Alla Bit non poteva mancare un focus sul turismo lento, il turismo escursionistico dei cammini che piace sempre di più.
Sono circa 3,6 milioni quelli che lo fanno, e come ha sottolineato il ministro del Turismo Daniela Santanché alla fiera: «Il turismo lento rappresenta un segmento in forte ascesa che favorisce anche la sostenibilità soprattutto in termini di destagionalizzazione, decongestione dei flussi e creazione di nuove opportunità di lavoro. In più, è un modo di viaggiare che ben si sposa con l’enogastronomia, fattore identitario noto in tutto il mondo e dal fortissimo potere di attrazione per i turisti italiani e stranieri».
Ai cammini religiosi, in particolare, l’ultima legge di bilancio ha stanziato ulteriori 15 milioni, per un ammontare complessivo di oltre 19. Sempre il ministro Santanché: «Mettere a sistema i cammini come prodotto turistico, con loro specifiche identità e omogeneità, è una delle sfide che il governo si pone in ambito turistico. I cammini religiosi poi, costituiscono un’occasione preziosa in vista del Giubileo 2025, che vedrà arrivare oltre 30 milioni di turisti nella sola capitale».
Proprio durante la fiera è stato presentato uno studio Enit e Touring Club Italiano, in collaborazione con Ipsos, sul turismo itinerante, cioè svolto prevalentemente a piedi in contesti generalmente rurali, o montani, che ha voluto catalogare 100 percorsi ufficiali individuati, per circa 30mila km complessivi, per renderli maggiormente fruibili.
Tra i 100, sono stati presi in considerazione dalla ricerca solo 63 cammini, ovvero quelli che hanno siti web turistici dedicati e sono quindi maggiormente visibili.
Tra questi, il 76% dei siti elenca i servizi/convenzioni presenti lungo il percorso, fornisce tracce gpx e descrive gli attrattori dei territori; il 75% rilascia credenziali/testimonium; il 73% rimanda a un canale social (al primo posto si trova Facebook, al secondo Instagram e al terzo YouTube); il 70% propone guide ufficiali o materiali informativi cartacei, o scaricabili; il 52% è multilingua; il 35% offre l’acquisto di pacchetti/escursioni; il 25% fornisce il servizio di alert per informare i camminatori sulle condizioni del percorso.
Ivana Jelinic, presidente e ceo Enit, sottolinea l’importanza di sviluppare il turismo legato ai cammini, perché «questa forma di turismo offre un’esperienza unica, arricchente e sostenibile sia per i viaggiatori che per le comunità locali. I cammini sono un patrimonio culturale e spirituale di inestimabile valore e permette di promuovere la conservazione e la valorizzazione di percorsi storici e culturali. Attraverso un turismo ben gestito, è possibile preservare e tutelare questi percorsi, garantendo la conservazione del patrimonio culturale e storico delle regioni interessate. Un’opportunità di sviluppo economico per le comunità locali. I visitatori che percorrono i cammini hanno bisogno di servizi come alloggi, ristoranti, guide turistiche e trasporti. Questa domanda crea una serie di opportunità di lavoro per gli abitanti del luogo».
Se guardiamo all’Europa, il turismo lento piace molto in Francia, 4,8 milioni, in Germania, 5,6 milioni, nel Regno Unito, 7,1 milioni, tutti Paesi che scelgono proprio l’Italia per la vacanza “lenta”, e in particolare, il Trentino-Alto Adige seguito da Toscana, Umbria e Sicilia.
Per il turismo escursionistico (cioè solo a piedi), in Italia sono stati stimati 2,7 milioni di praticanti, in Francia 4,5 milioni, 4,6 in Germania e 5,4 nel Regno Unito.
Il Tci ha intenzione di aggiornare nei prossimi anni la ricerca, ampliando il numero di cammini analizzati, per far prendere sempre più consapevolezza dell’importanza di un turismo cresciuto molto dopo la pandemia che ha portato a scoprire l’Italia camminando tante persone spinte da un più forte bisogno di contatto con la natura e dal desiderio di conoscere il Paese sotto un diverso punto di vista.