by Redazione | 15 Aprile 2022 8:02
Il turismo riprende, quello all’aria aperta impenna. Si prospetta infatti un altro anno di crescita per il turismo open air che, secondo i dati dell’Osservatorio del turismo outdoor di Human Company e Thrends, aumenterà di un altro 8% rispetto all’anno scorso. Dopo il boom registrato nel 2021 (+38% rispetto al 2020), anche nei prossimi mesi il trend del comparto resterà positivo, con una stima tra i 48 e 45,4 milioni di presenze, di cui circa il 54% di italiani.
L’analisi di quest’anno si è concentrata sui viaggi all’aria aperta e sui camping e village e ha dato risultati incoraggianti, con dati vicini ai numeri del pre Covid del 2019 (-14%) e con una spesa complessiva generata pari a 2,55 miliardi di euro, a fronte di una spesa media di 53 euro al giorno per ospite. In questo scenario il mercato italiano si attesta sui 26 milioni di presenze nei camping e village, con una flessione solo del 5,2% rispetto ai risultati pre pandemia del 2019.
Certo, la situazione attuale influisce sulla domanda, ma per fortuna non la frena più di tanto, semmai la influenza: continua la riduzione della booking window con conseguente aumento delle prenotazioni last minute, cresce la richiesta di tariffe flessibili per limitare i rischi dell’ultimo minuto e preoccupa il caro carburante. Ne risultano vacanze più brevi ma magari ripetute.
«Questa nuova edizione dell’Osservatorio nasce in un momento storico caratterizzato da grande incertezza e instabilità, che richiede un’attenta lettura dei dati passati e un grande sforzo previsionale – dichiara Domenico Montano, direttore generale Human Company – Oggi la chiave per l’offerta è l’attenzione e cura verso l’ospite, il costante miglioramento della qualità dei servizi, sostenibilità ambientale e legame con il territorio per trasformare il soggiorno all’aria aperta in un’esperienza ogni volta unica. Ci troviamo di fronte a un nuovo racconto dell’outdoor, che permette di intercettare nuovi target di riferimento e promuovere le vacanze open air anche tra i nuovi segmenti di domanda in espansione».
L’incoming sarà fondamentale, con un incremento di quasi l’8% rispetto al 2021, che porta il turismo estero ad attestarsi attorno ai 22 milioni di presenze. Per quanto riguarda la previsione delle presenze dei top 5 mercati esteri (Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi e Francia) l’ipotesi migliore stima un aumento generale nella prossima estate con una media di oltre il 9% di presenze in più.
«Se non ci sarà una escalation nel conflitto in corso, sarà un’estate outdoor molto positiva – ha detto Giorgio Ribaudo, direttore Thrends– con un recupero quasi totale dei volumi pre-pandemici in termini di presenze, e un fatturato anche superiore. La propensione alla spesa pare in questo biennio 2021-2022 molto superiore al passato: si è formata nella domanda una sorta di accettazione di tariffe superiori nei servizi turistici, dinamica che però apre le porte a maggiori aspettative ed alla ricerca di esperienze più articolate ed autentiche. Servire la domanda del 2022 in modo preparato servirà all’industria outdoor a gettare solide basi per un maggiore dinamismo e protagonismo nel prossimo quinquennio».
Sei i nuovi trend individuati dall’analisi: grazie alla tecnologia, oggi le esperienze all’aria aperta sono diventate mainstream, facili e alla portata di tutti. L’open air è diventato un service delivery, con un’offerta di esperienze ampia e diversificata, ed è anche wellness, green e sharing, come la sua economy che negli ultimi due anni ha visto un boom delle piattaforme di sharing economy applicate al turismo all’aria aperta, come Yescapa (piattaforma di affitto camper), Goboony (piattaforma di affitto camper) e Click&Boat (piattaforma di affitto barche). Tra le ultime tendenze si inserisce anche la contaminazione dei classici format ricettivi, come il glamping.
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