Canone speciale Rai, caso affitti brevi: “Solo uno su 5 paga”

Canone speciale Rai, caso affitti brevi: “Solo uno su 5 paga”
29 Agosto 12:40 2024 Stampa questo articolo

E così torna di moda lo slogan “pagare meno, pagare tutti”. Lo ha tirato fuori dal cassetto Federalberghi, a proposito del canone speciale Rai, che sarebbe versato solo dal 18,3% delle locazioni brevi, con un’evasione stimata in almeno 80 milioni di euro all’anno. Un attacco diretto al cuore degli Airbnb.

I conti non tonano, quindi, e la Rai ha chiarito da tempo che il pagamento è dovuto, al pari di quanto previsto per chi detiene apparecchi radiotelevisivi al di fuori dell’ambito familiare: tra i soggetti obbligati ci sono anche le strutture ricettive. Da un esame dei bilanci della concessionaria del servizio pubblico – cui attinge Federalberghi – si intuisce appunto che solo una minoranza degli appartamenti destinati agli affitti brevi agisce nel rispetto delle regole. Il gettito complessivo del canone speciale, infatti, era di circa 61 milioni di euro nel 2010, quando il fenomeno degli affitti brevi era agli albori, nel 2023 ammontava a circa 79 milioni di euro.

Anche se si ipotizzasse che l’incremento registrato nel periodo 2010-2023 (circa 17,9 milioni di euro) sia del tutto imputabile alle locazioni brevi (ipotesi improbabile, in quanto in parallelo si sono sviluppate anche altre attività soggette all’obbligo) e che nessun appartamento abbia più di un televisore, applicando la tariffa minima (203,70 euro annui) si potrebbe stimare che il canone speciale è stato versato al massimo da 88.000 appartamenti.

Una beffa, lamenta Federalberghi, perché gli hotel pagano in media più di 1.000 euro all’anno e, in alcuni casi, arrivano a versarne quasi 7.000.

Attualmente sono oltre 480.000 gli alloggi destinati agli affitti brevi in cui è presente almeno un televisore, come risulta dal monitoraggio svolto ad agosto 2024 da due istituti di ricerca indipendenti: la statunitense Inside Airbnb e l’italiana Incipit consulting, su incarico del Centro Studi di Federalberghi.

Per questo, in vista della prossima sessione di bilancio, Federalberghi ha elaborato una proposta a costo zero: la richiesta è che i proventi derivanti dal contrasto all’evasione vengano destinati a una riduzione tariffaria generalizzata, in favore di tutti i soggetti tenuti al pagamento del canone speciale, di cui beneficerebbero sia le imprese turistiche tradizionali sia coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di ospitalità.

La riduzione del canone speciale, sottolinea Federalberghi, è attesa da anni, anche in considerazione di quanto già avvenuto per le utenze domestiche: il canone per le famiglie era di 113,50 euro nel 2015, poi ridotto a 100 euro nel 2016, ulteriormente diminuito a 90 euro nel 2017, per poi attestarsi al valore attuale di 70 euro nel 2024, con un abbattimento complessivo superiore al 38%.

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