Tra nuovi disagi ed esposti per “sabotaggio” spunta Matteo Salvini. Il diario sul caos treni si arricchisce di una nuova pagina che vede coinvolto il ministro dei Trasporti, sommerso dalle critiche per non essersi presentato al Question Time in programma proprio sul tema ieri, mercoledì 15 gennaio, alla Camera. Salvini è poi passato al contrattacco, ma ripercorriamo con ordine l’ennesima giornata nera per la circolazione ferroviaria.
Se sul fronte aereo mercoledì 15 gennaio 2025 è già storia per il closing Ita-Lufthansa, sui binari si consumava un’altra mattinata da dimenticare, con utenti furibondi per un inconveniente tecnico che ha provocato un rallentamento di un’ora e mezzo sulla linea ad Alta velocità Roma-Firenze, nei pressi di Arezzo, e ritardi superiori anche ai 60 minuti. E siccome ultimamente la Legge di Murphy è implacabile con le ferrovie, puntuali ecco altri problemi in contemporanea nel nodo di Verona, sulla Bari-Pescara e lungo le linee Roma-Napoli, via Formia, Roma-Napoli via Cassino e sulla Roma-Formia.
A quel punto il Gruppo Fs ha deciso di presentare un esposto denuncia alla Digos della questura di Roma per segnalare “l’ennesimo incidente anomalo di fronte a un elenco di circostanze altamente sospette. Gli orari in cui si sono verificati alcuni problemi, il tipo di guasti e la loro frequenza stanno destando più di qualche interrogativo”. Insomma, si sente puzza di sabotaggio.
La notizia ha fatto subito il giro dei palazzi della politica e ha incassato l’approvazione dei gruppi della Lega di Camera e Senato. Il ministero dei Trasporti ha definito l’esposto “un fatto preoccupante” nel giorno del Question Time alla Camera sul caos treni. A Montecitorio, però, il ministro competente, Matteo Salvini, non è andato per precedenti impegni e al suo posto si è presentato il collega incaricato dei rapporti col Parlamento, Luca Ciriani: «Il governo è estremamente dispiaciuto per i disagi subiti dai viaggiatori, ma i ritardi dei treni sono in linea con gli ultimi anni», la sintesi del suo intervento, al quale hanno replicato le opposizioni: «È un disastro, situazione fuori controllo»
Salvini non ha impiegato molto tempo per scendere nell’agone. In una nota si è detto comunque pronto ad andare in Parlamento a riferire sui disservizi: “Sabotaggi? Auspico risposte inequivocabili e rapide, perché sarebbe gravissimo fare una battaglia politica sulla pelle dei lavoratori e dei pendolari. Seguo quotidianamente e con la massima attenzione quanto accade sul fronte dei trasporti”. Poi, sui social, ha preso di petto le opposizioni: “Per recuperare i danni del malgoverno della sinistra, abbiamo avviato un piano da 100 miliardi di investimenti per le infrastrutture ferroviarie, con oltre 1.200 cantieri già attivi per recuperare decenni di ritardi sulle ferrovie di questo Paese”.
Caustica la risposta del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ne ha invocato le dimissioni, come aveva già fatto il Movimento 5 Stelle in Aula. Le polemiche sono puntuali, i treni un po’ meno. Ma questa è un’altra storia.