Archiviato il 2023, è tempo di primi bilanci. Confcommercio ha registrato circa 10,6 milioni di italiani in viaggio a Capodanno, oltre un milione in più dello scorso anno.
Con una spesa complessiva che supera i 3,6 miliardi di euro (340 euro in media pro capite), Capodanno risulta la festività più gettonata del “trittico” che comprende Natale ed Epifania, e la più dedicata alla montagna, scelta da 4 italiani su 10. Seguono grandi città, città d’arte e borghi con un complessivo 27%, e le località costiere (16%).
Per fine anno si è scelta una struttura turistico ricettiva in 6 casi su 10. La metà degli intervistati ha programmato un soggiorno al massimo di 2 notti a destinazione. Della restante metà, un terzo ha protratto la vacanza per 6 giorni o più, unendo in un unico viaggio almeno due delle ricorrenze in calendario, se non tutte e tre.
Nel confronto con un anno fa, si è ridotta dal 50% al 32% la quota chi è rimasto vicino al luogo di residenza, o comunque nella propria regione, mentre sono passati dal 38% al 48% del totale i viaggiatori in movimento per tutta l’Italia.
Significativo anche l’incremento di coloro che hanno scelto l’estero – in particolare Germania, Francia e Uk – per festeggiare l’inizio dell’anno nuovo: sono stati il 20%, 8 punti percentuali in più dello scorso anno.
Per quanto riguarda la montagna italiana, le mete dell’arco alpino sono state e sono anche in questi giorni protagoniste: Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte in testa.
Tra le città d’arte, Roma ha esercitato particolare attrazione sui turisti italiani, contribuendo al secondo posto del Lazio nella classifica regionale.
Confcommercio allarga poi lo sguardo all’anno appena trascorso, che ha certificato l’importanza del settore turistico nella crescita economica del Paese: il trimestre agosto-ottobre è stato il migliore di sempre in termini di presenze, grazie all’apporto degli stranieri.
Se, a conti fatti, non si riuscirà a registrare il record assoluto su base annua – superando le performance del 2019 (mancano da gennaio a ottobre 6 milioni di notti) – sarà dovuto al calo registrato nel mese di luglio, forse anche a causa di un eccesso di cautela sulle conseguenze delle alluvioni di maggio e giugno in alcune regioni.
Secondo gli analisti, negli ultimi 15 trimestri la costante sottostima delle previsioni di crescita per l’Italia è stata in larga parte dovuta alla sottovalutazione del turismo in termini di capacità di attivazione plurisettoriale di occupazione e valore aggiunto.
Al 2024, conclude la confederazione delle imprese, serve “un po’ di spinta aggiuntiva, assolutamente necessaria per affrontare le importanti questioni di crescita e di finanza pubblica che attendono l’Italia nei prossimi mesi”.