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Capri a numero chiuso: l’estrema ipotesi anti overtourism

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A Capri piace il “modello Canarie” per fronteggiare l’overtourism con l’introduzione del numero chiuso e il contingentamento degli accessi all’isola, modalità già introdotta a Venezia.

È quanto sta ipotizzando il sindaco Paolo Falco, che guida una giunta comunale di centro destra, intervistato dal Sole 24 Ore: «Fissare un numero chiuso di sbarchi sull’isola per fasce orarie e introdurre il parere del sindaco nella programmazione degli approdi».

Una decisione estrema che il primo cittadino di Capri vorrebbe condividere anche con altri sindaci dell’area campana, non da ultima Amalfi, il cui sindaco Daniele Milano è in prima linea sul tema della sostenibilità turistica della destinazione.

Falco sostiene pure che sono le grandi compagnie e operatori crocieristici a essere i primi responsabili di sbarchi incontrollati; con loro si è cercata, finora inutilmente, la condivisione di una programmazione di approdi: «Ma noi abbiamo il dovere di tutelare la sicurezza nell’area portuale e servizi adeguati. Perciò pensiamo a una regolamentazione necessaria in cui il sindaco possa avere un ruolo attivo. Per comprendere bene il fenomeno, abbiamo commissionato una ricerca a Sociometrica dalla quale è emerso che dal 2013 al 2023 si è passati da 2 milioni di turisti a 2,7 milioni con un incremento del 24%. E sappiamo che nel 2023 abbiamo registrato un indice di 1.215 turisti per kmq. Valore che supera la soglia di riferimento di 1.000 turisti per kmq, punto critico per molte destinazioni turistiche. È a queste che ci rivolgiamo per cercare soluzioni condivise».

Il sindaco di Capri si dice fiducioso perché ha ricevuto rassicurazioni dal ministro del turismo, Daniela Santanchè, circa la convocazione di un tavolo di lavoro presso il Mitur; in attesa di questa riunione Falco parteciperà al prossimo G7 sul Turismo a Firenze, dove è stato invitato come altri sindaci e rappresentanti dell’Anci.

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