Circa 412mila posti di lavoro nel turismo, quest’anno, rimarranno vacanti negli Usa. Parola del World Travel & Tourism Council (Wttc), che attraverso una delle sue ultime analisi di settore spiega come nel terzo trimestre del 2022 si raggiungerà il -7% di occupazione nel Paese, a seguito di un gennaio-giugno che ha già segnato un preoccupante -5,4%.
La grave carenza di personale (problematica presente anche in Italia) è infatti uno dei peggior fenomeni nel mondo post pandemia. Durante il 2020, l’occupazione nel travel è diminuita fino al 35,9% negli Stati Uniti, e quando nel 2021 si è avviata la ripresa grazie soprattutto all’allentamento delle restrizioni in gran parte dei Paesi, gli States sono stati interessati da un aumento dei posti di lavoro del 12,4%, mettendo a disposizione della gente ben 480mila posizioni aperte.
Nel contempo, però, nel Paese si è verificato un vero e proprio esodo dalle aziende, arrivando a parlare anche di Great Resignation, ovvero grandi dimissioni, con una bella fetta di persone che nel dopo Covid ha iniziato a dare più importanza all’equilibrio tra qualità del lavoro e vita privata, riordinando le rispettive priorità tra famiglia, benessere personale e carriera e riconsiderando in positivo soluzioni come ad esempio lo smart working. Ed è qui, su questi fattori che i datori di lavoro devono ricalibrare l’offerta.
Quello del turismo americano, dunque, è un rilancio importante che però subisce il freno di questa enorme carenza di manodopera, che colpisce in modo particolare il comparto degli hotel (molte strutture a fine 2021, dopo un 2020 catastrofico, erano ancora chiuse) e che riguarda in prima battuta i giovani. Proprio gli alberghi, infatti, quest’anno potrebbero avere difficoltà a trovare candidati adatti per quasi un posto di lavoro su sette.
La vera sfida del travel, e in questo caso degli Stati Uniti, è quindi ragionare – pubblico e privato in sinergia – su quali efficaci contromisure (economiche e non) è necessario prendere per contrastare questa sempre più insostenibile fuga dai posti di lavoro. «La mancanza di talenti qualificati e disponibili rimane oggi una delle principali preoccupazioni per il settore del turismo – ha dichiarato Julia Simpson, Wttc president & ceo – La mancanza di lavoratori è ormai un macigno visto l’aumento improvviso dei visitatori internazionali in seguito alla rimozione dei test Covid per i viaggiatori in entrata negli Usa».
«C’è un enorme potenziale per ridare attrattività al settore in termini di occupazione – ha aggiunto Simpson – Bisogna spingere sulla mobilità, sulla flessibilità e anche sulla formazione e sull’innovazione tecnologica. È fondamentale, infine, rivedere anche i meccanismi di rilascio dei visti e dei permessi di lavoro, rendendoli più accessibili».