by Redazione | 7 Settembre 2022 13:32
Per Assoturismo è tempo di un brindisi a metà per il primo consuntivo della stagione estiva all’insegna della piena ripartenza con 198,8 milioni di pernottamenti – pari a un +15% sul 2019, ultimo anno pre Covid – ma con una forte riduzione dei margini a causa della “tegola” dell’impennata dei costi energetici, di cui vedremo ora i più importanti effetti.
Un’estate quasi da record, dunque, trainata dagli stranieri (+35,4%), in crescita anche se sotto le attese la domanda italiana (+5,1%). I livelli pre pandemia non ci sono ancora (-6,9% sul 2019), ma risultano buone le previsioni per settembre.
Un quadro in chiaroscuro perché per l’estate 2022 l’industria del turismo aveva sperato di riallinearsi ai livelli del 2019, ma l’ondata di contagi di fine giugno, il caro carburanti, il caos negli aeroporti e l’impennata dell’inflazione hanno in qualche modo indebolito la domanda.
In base alle informazioni raccolte, si rileva una crescita delle presenze del trimestre centrale (giugno-luglio-agosto) pari al +15,5% sul 2021. Per la componente nazionale l’aumento è stato del +5,1%, mentre per la componente straniera sale al +35,4%. In termini assoluti i turisti registrati nelle strutture ricettive sono circa 49 milioni, per un totale di 198,8 milioni di pernottamenti, con un calo del -6,9% rispetto al 2019. I dati ricavati dall’indagine di Assoturismo Confesercenti, realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, delinea dunque il ritorno alla “normalità” delle vacanze estive e un importante consolidamento della crescita dei flussi turistici.
In particolare, le imprese ricettive hanno ospitato prevalentemente turisti tedeschi, ma anche dalla Francia, dai Paesi Bassi, dalla Svizzera, dal Belgio, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Gli aumenti più significativi sono stati registrati soprattutto nelle regioni del nord-ovest (+18,5%), del nord-est (+16,8%) e del centro (+16,2%). Per sud e Isole la crescita stimata è del +10,3%.
Nel complesso, tra stranieri e italiani le località marine e montane hanno segnato un incremento del +11% circa rispetto al 2021, +21,9 per le imprese delle località dei laghi, +20,5% per il turismo rurale e collinare, +18,1% per le aree termali. Però, il recupero più significativo è stato quello delle città e dei centri d’arte, le destinazioni più penalizzate dall’emergenza sanitaria: rispetto allo scorso anno la crescita dei pernottamenti è del +31%.
Archiviato il trimestre estivo, l’interesse degli imprenditori è ora sul prolungamento della stagione anche nel mese di settembre. In valori assoluti, la variazione attesa per settembre 2022, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è di oltre +2,7 milioni di pernottamenti, per un totale di 44,3 milioni. A segnalare maggiore ottimismo le imprese delle città d’arte con un +15,9% di prenotazioni. Ma ora incombe l’incognita dei rincari energetici monstre.
«Le bollette di luce e gas sono praticamente triplicate – osserva il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Vittorio Messina – e questo ha ridotto di molto i margini per le imprese del turismo, dato che i pacchetti per la stagione estiva sono stati venduti prima degli aumenti. Il quasi ritorno del turismo ai livelli pre pandemia è sicuramente una buona notizia, ma senza interventi concreti a sostegno delle imprese, migliaia di strutture ricettive e attività del comparto non potranno più sostenere la spesa per l’energia e saranno costrette a chiudere».
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