Cinquanta milioni per le gite scolastiche. È la cifra stanziata dal ministero dell’Istruzione e del Merito per permettere a più studenti di partecipare ai viaggi, dopo le recenti polemiche sui costi troppo cari, che impedivano ad un alunno su due di partire, e l’approdo in Aula della questione.
Soddisfatto Franco Gattinoni, presidente di Fto, la Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio: «Siamo lieti che il ministero dell’Istruzione abbia prontamente raccolto il nostro allarme sui rincari delle gite scolastiche e abbia sposato la linea del sostegno alle famiglie meno abbienti. Lo stanziamento di 50 milioni di euro in favore delle scuole non può risolvere i nodi strutturali che abbiamo indicato, ma è un primo segno tangibile di attenzione”.
«È importante incentivare anche gli insegnanti che si prendono una grande responsabilità nell’accompagnare i ragazzi – prosegue Gattinoni – Oltre ai fondi, le scuole hanno bisogno di essere sostenute con semplificazioni e snellimenti nell’organizzazione delle trasferte e nelle prenotazioni, per poter beneficiare di prezzi migliori senza troppe macchinosità; ecco perché sarebbe più utile applicare il Codice del turismo piuttosto che quello degli appalti»
Gattinoni chiude ricordando che «Il diritto allo studio è fondamentale per i nostri giovani e le gite rappresentano un segmento importante per il settore del Turismo organizzato, soprattutto fuori dall’alta stagione. Siamo sempre pronti a confrontarci sulla materia con le istituzioni e tutti i soggetti interessati».
Il provvedimento, però, non convince la Rete degli Studenti Medi: «Si tratta di un primo passo, ma non ancora sufficiente a coprire del tutto le esigenze delle scuole – secondo Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi – è una misura spot, semplicistica, mentre aspettiamo risposte su psicologo, scuola lavoro, edilizia valutazione e attuazione del Pnrr». Nella nota gli studenti fanno notare al ministro Giuseppe Valditara che «manca ancora una convocazione delle organizzazioni studentesche, in cui siano ascoltati realmente i bisogni degli studenti. Il lavoro per garantire il diritto allo studio è ancora tanto ed è inaccettabile che il ministro se ne occupi solo quando viene posta l’attenzione mediatica e comunque in maniera insufficiente».