Caro traghetti sulla Sardegna? La smentita di Grimaldi
“Le tariffe passeggeri del Gruppo Grimaldi nel 2018 su tutte le tratte da e verso la Sardegna (Civitavecchia-Porto Torres, Civitavecchia-Olbia e Livorno-Olbia) sono rimaste mediamente immutate rispetto all’anno scorso”. Così il Gruppo “smentisce” le notizie su un presunto caro traghetti sulla Sardegna. “Non trovano alcun fondamento le informazioni circa presunti aumenti di prezzi applicati dalla compagnia – scrive l’azienda in una nota – In particolare, con riferimento alla linea giornaliera Livorno-Olbia-Livorno il nolo medio, dall’inizio dell’anno e fino alla scorsa settimana (al 24 giugno), è stato di circa 29 euro a passeggero, mentre quello per le auto al seguito di circa 10 euro a veicolo”.
E ancora: “Dall’inizio del 2018, sulla suddetta linea sono stati trasportati 157mila passeggeri e 54mila veicoli al seguito, con un incasso, rispettivamente, di 4.780.000 euro e 569mila. Sempre nello stesso periodo e a dimostrazione della convenienza delle tariffe applicate, sul collegamento Livorno-Olbia-Livorno i passeggeri trasportati sono stati 60mila in più rispetto all’anno scorso, pari a una crescita del 60%. Inoltre, i servizi offerti a bordo sono di alta qualità, grazie all’impiego di due navi traghetto di ultima generazione, il cui valore di costruzione è pari a 100 milioni di euro ciascuna. Per quello che riguarda la stagione estiva e, in particolare il mese di agosto, tra il continente e la Sardegna oggi è possibile prenotare un biglietto Grimaldi Lines per due persone in passaggio ponte con auto al seguito a partire da 60,80 euro (diritti fissi inclusi) e da 128 euro se si opta per la sistemazione in cabina”.
Il Gruppo torna anche sulla questione dei contributi statali: “Grazie ai vari collegamenti offerti tra il continente e la Sardegna e all’applicazione di tariffe altamente competitive, nonché di promozioni ad hoc, il Gruppo Grimaldi sta sostenendo concretamente lo sviluppo dell’economia turistica dell’isola. Tutto ciò viene effettuato senza alcun contributo statale che, invece, viene erogato ad alcuni concorrenti. Ferma posizione del Gruppo partenopeo è che l’attuale regime di contributi statali a sostegno della continuità territoriale debba essere abolito o drasticamente ridotto ad una frazione di quello attuale, perché genera uno sperpero di denaro pubblico oltre che una ingiusta distorsione della concorrenza”.