Resort italiani a rischio competitività a causa del caro voli. A lanciare l’allarme – l’ennesimo sul tema – è Ray Lo Faso, direttore generale del Gruppo Bulgarella, che traccia il quadro dell’andamento estivo del settore alberghiero.
«Il trend degli hotel italiani è certamente positivo – sottolinea – In termini di performance crescono in particolare le strutture di città, ma nel lungo periodo i resort potrebbero risentire dei prezzi attuati dai vettori». La lingua, insomma, batte dove il dente duole e Lo Faso punge il governo: «Non sta valutando con attenzione l’impatto che hanno le tariffe, che danneggiano la competitività dei resort italiani rispetto al mercato estero».
Il Gruppo Bulgarella attualmente è concentrato sulla riqualificazione della colonia Olivetti di Sarzana e a breve partiranno i lavori relativi alla ristrutturazione dell’ex motel Agip di Palermo, che diventerà un moderno albergo commerciale. «Guardiamo sempre con interesse alla piazza milanese e attendiamo gli esiti di un ricorso riguardante l’aggiudicazione della gara di Palazzo dei portici meridionali, affacciato su piazza del Duomo a Milano».
Nonostante le opportunità che possono sorgere in mercati stranieri limitrofi, il gruppo prevede, al momento, uno sviluppo tutto italiano: «Resta il palcoscenico ideale per i nostri piani. Il mercato delle strutture alberghiere sta vivendo un momento frizzante, come dimostra l’interesse crescente da parte di investitori stranieri nei confronti di operazioni real estate su vari cluster, dal city al countryside, dai resort balneari a soluzioni ibride che garantiscono una resa maggiore in termini di metri quadri».
A incidere sulle performance dei singoli hotel l’architettura e il design: «Aspetti fondamentali – osserva Lo Faso – Basti guardare le nostre ultime realizzazioni, come l’Hotel Cube di Firenze, oggi denominato Wyndham Garden dall’attuale gestore. Nelle strutture che hanno una lunga storia, come palazzi d’epoca o monumentali, bisogna tutelare la location e puntare al recupero».
Da sottolineare, poi, che il lusso nel mondo dell’ospitalità, sta cambiando orientamento: «L’ospite ricerca esperienze in hotel e nel territorio cariche di autenticità, un’atmosfera che gli ricordi di più l’ambiente di casa. In questo noi siamo stati pionieri. Ben 16 dei nostri 31 alberghi sono beni vincolati dalla Soprintendenza. Soggiornare in questo tipo di strutture rappresenta un valore aggiunto e un tratto distintivo. Mi riferisco, ad esempio, alla Tonnara di Bonagia a Trapani, all’Hotel Palazzo a Livorno, ai Monasteri a Siracusa o al Grand Hotel Misurina sulle Dolomiti».
Quanto alla crescente maggiore presenza di catene internazionali in Italia, Lo Faso commenta: «E’ indubbio che aumentino la loro penetrazione, ma il mercato italiano in questo senso è molto particolare. Non ritengo che seguire la direzione di limitare il numero di strutture indipendenti sia un male, al contrario penso che le strutture indipendenti garantiscano il valore aggiunto dell’identità e della territorialità».
E l’obiettivo 2024 del Gruppo Bulgarella? «Crescere cercando di mantenere un livello di qualità medio-alto e senza rinunciare alla nostra identità».