Caro voli, biglietti più costosi del 20%
Rincari, e ancora rincari. Sembra il ritornello di questo avvio di estate 2022. Con il prezzo del petrolio lievitato del 40%, l’inevitabile contraccolpo sull’aviazione commerciale si tradurrà in un aumento del prezzo dei biglietti aerei fino al +20%, mentre il ritorno ai bilanci pre Covid per le compagnie aeree non ci sarà prima del 2025: è quanto previsto nell’ultimo report della società di consulenza Bain & Company che ha valutato tutte le variabili e i conti dei vettori nell’ultimo trimestre, fortemente influenzato dal conflitto in Ucraina.
Una proiezione analitica che porta con sé una buona e una cattiva notizia: quella buona è che le prenotazioni aeree per la summer sono tornate ai livelli pre pandemia e si prevede un ottimo andamento soprattutto per le compagnie low cost destinate al tutto esaurito da giugno a settembre; quella cattiva riguarda invece il rincaro dei ticket provocato dal forte rialzo del costo del carburante. La società di consulenza rileva, inoltre, che le compagnie aeree più previdenti, che si sono cautelate con contratti di hedging a copertura della volatilità del prezzo del carburante, avranno sicuramente una posizione di vantaggio perché possono contenere gli aumenti dei prezzi dei biglietti aerei, stimolando in questo modo la domanda.
Inoltre, regna incertezza anche per l’andamento del traffico aereo per il prossimo inverno che sarà fortemente influenzato dalla capacità di spesa del consumer e dalla spiccata tendenza dei passeggeri, specialmente in quest’ultimo anno, a effettuare prenotazioni molto sottodata che non consentono agli analisti di fare previsioni attendibili.
Un’altra valutazione della Bain & Company riguarda il ritorno alla normalità dell’intero comparto aereo ulteriormente spostato al 2025 con un fatturato globale che per quest’anno è stato stimato tra i 475 e i 500 miliardi di euro (nel 2019 aveva toccato i 666 miliardi), con un recupero annuo da qui al 2024 non superiore al 60%.