by Roberta Rianna | 6 Dicembre 2019 15:31
A settembre Vueling annuncia la cancellazione delle rotte[1] da Roma a Catania e Palermo. È l’inizio della fine. Sulle tratte da Fiumicino alla Sicilia vige, da questo momento, il duopolio Ryanair-Alitalia, mentre da Milano gli stessi collegamenti sono presidiati da easyJet, al fianco della stessa Alitalia e di Air Italy (quest’ultima operativa solo su Palermo).
Da un mese all’altro, le tariffe di un qualsiasi volo sola andata appaiono raddoppiate, se non triplicate. La “continuità territoriale”, già di per sé non garantita ai siciliani, è ulteriormente messa a dura prova, così come i flussi incoming penalizzati da questo brusco innalzamento dei prezzi[2].
Fin qui è storia. Ma veniamo alla cronaca. È notizia di queste ore l’intervento del governo su una situazione oramai fuori controllo. All’Assemblea annuale della Cna Sicilia il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Giancarlo Cancelleri, annuncia di aver presentato un esposto all’Antitrust sul caro-voli sull’Isola.
«A mio avviso c’è qualcosa che non va dal momento che le tratte sono troppo appetibili e il fatto che ci siano solo due vettori non mi ha convinto – afferma il responsabile del Mit – Ho chiesto agli aeroporti se avessero avuto altre richieste e mi hanno confermato che anche altri vettori avrebbero voluto operare questi voli».
Così, Cancelleri si domanda: «Perché ciò non sta accadendo? Perché il soggetto che deve rilasciare gli slot per volare, ovvero Assoclearance, non li rilascia? Questo per me è ingiustificabile. Voglio vederci chiaro e ho chiesto all’Antitrust di verificare se si stia violando il regime di concorrenza, spero di avere una risposta al più presto».
Occhi puntati sul nodo trasporti in Sicilia anche in Europa. Già lo scorso mese, l’europarlamentare M5S, Mario Furore, aveva avanzato alla commissaria Ue Adina-Joana Valean una richiesta d’apertura d’indagine sul caro-tariffe[3] di aerei e treni per il sud Italia.
«Nel periodo natalizio i biglietti arrivano a costare il 188% in più rispetto al resto dell’anno. Una follia che penalizza soprattutto i residenti oltre che i turisti. Una pratica esercitata dai vettori per far cassa nel periodo dell’anno in cui si viaggia di più», affermava il deputato europeo chiedendo di verificare l’esistenza di “abusi speculativi” nell’attività commerciale dei vettori operativi sulle tratte verso sud e isole.
Sempre a novembre, il Codacons aveva presentato un esposto ai procuratori della Repubblica di Catania e Palermo sui “prezzi pazzi” dei voli da/per la Sicilia. “Alla luce della recente soppressione dei voli della compagnia Vueling tra la Sicilia e il resto d’Italia e la conseguente rarefazione dei collegamenti aerei, con l’ulteriore lievitare dei prezzi dei biglietti da parte delle due compagnie rimaste, ovvero Alitalia e Ryanair, soprattutto durante il periodo delle festività, a molti siciliani sarà impedito di lasciare o raggiungere l’isola a causa delle scandalose tariffe che superano 500 euro a tratta”, scriveva l’associazione dei consumatori, ricordando come il trasporto aereo sia l’unico mezzo di collegamento veloce di cui può servirsi un siciliano “in assenza di tutte le altre infrastrutture, a iniziare dall’alta velocità ferroviaria”.
Pesante la presa di posizione del Codacons che aveva chiesto alle Procure “di valutare i profili di responsabilità a carico dello Stato, dell’Unione europea, della Regione Siciliana, delle autorità competenti e di tutti coloro che dovessero essere individuati come responsabili di fattispecie penalmente rilevanti per la mancata calmierazione dei prezzi dei biglietti, quali sequestro di persona, l’estorsione e ogni altra fattispecie che si dovesse ravvisare”.
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