by Giuseppe Rinaldi | 7 Novembre 2023 10:36
L’alert viene lanciato sulle colonne del Financial Times: “L’Unione europea mette sotto pressione le compagnie aeree sui rincari dei voli”. Il riferimento è a un’intervista sul quotidiano londinese alla commissaria europea ai Trasporti, Adina Valean, secondo cui Bruxelles vuole esaminare nei dettagli «cosa stia esattamente succedendo nel mercato e perché».
A insinuare il dubbio che qualcosa non vada sono i numeri: biglietti più cari anche del 30% nel giro di quattro anni e profitti eccezionali per le compagnie di volo. Ora la Commissione europea vuole vederci meglio, senza spingersi a intervenire su un mercato “funzionante”, ma chiedendo “una spiegazione dettagliata e completa” ai vettori. Il timore è che la tendenza al rialzo delle tariffe possa colpire regioni come le isole, per le quali il trasporto aereo è vitale per i collegamenti con il resto del Paese e dell’Europa.
L’indagine della Commissione europea arriva dopo il duro confronto agostano[1] sulla stretta al caro voli del decreto Asset e trova il favore del governo italiano e dei consumatori rappresentati da Codacons e Assoutenti. Non solo. Si inserisce nelle nuove polemiche in Italia sui prezzi alle stelle in vista del Natale per raggiungere la Sicilia e la Sardegna.
Il faro di Bruxelles è puntato sulle anomalie di lungo termine del mercato dopo le restrizioni del Covid, per le quali sono giudicate insufficienti le giustificazioni legate al boom dei viaggi e ai problemi nelle catene di approvvigionamento innescati dal contesto geopolitico. Per questo la squadra di Valean è “in dialogo permanente”.
Nel caso di Ryanair – tra le più agguerrite contro il tetto ai prezzi italiano – l’esercizio 2022/2023 ha permesso di ritrovare l’utile chiudendo con un risultato netto positivo per 1,31 miliardi, contro la precedente perdita di 241 milioni.
Da parte dell’Ue non ci sarà comunque nessun intervento sul libero mercato, anche perché l’esecutivo non può agire “come regolatore nella microgestione dei prezzi o imporla”, uno scenario che Valean stessa considera di fatto «non realizzabile» e nemmeno «auspicabile». Le pratiche dei prezzi devono essere però, nei principi cardine comunitari, accessibili e volte a non ostacolare la connettività.
Una linea che, plaude il ministro per il Made in Italy Adolfo Urso, «si muove sulla rotta indicata dall’Italia». A partire dalla quale Roma e Bruxelles possono andare «avanti, insieme, per un servizio migliore, in trasparenza e nel rispetto delle regole».
E a sperare che la verifica Ue porti comunque a un’azione incisiva sono i consumatori – con il Codacons che chiede “un intervento comune a livello europeo per bloccare gli algoritmi” e Assoutenti che invoca “sanzioni esemplari verso le compagnie scorrette” – e il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani preoccupato da biglietti dal nord Italia all’isola che per le festività arrivano a costare solo andata già oltre i 300 euro.
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