Corsi, ricorsi, algoritmi e “topolini”. E così, 15 mesi dopo, l’Antitrust ci riporta tutti insieme appassionatamente alla casella di partenza sul caro voli. Occhio alle coincidenze.
“L’elefante ha partorito un topolino”: è così che il 19 settembre 2023 la Cgil sarda bolla la retromarcia del governo sul dl asset – varato poco più di un mese prima per arginare le tariffe aeree alle stelle nel picco estivo – decidendo di passare la patata bollente all’Antitrust, che su segnalazione del Codacons aveva già avviato a fine 2022 un procedimento per verificare l’esistenza di un cartello sui voli per la Sicilia.
Oggi, 18 dicembre, a una settimana esatta da Natale – altro momento critico dell’anno per i rincari aerei, appena mitigati dal varo del Sicilia Express targato Tti – il titolo non cambia: “La montagna ha partorito il topolino”. Forse qualcosa di più.
Uno status quo determinato dall’Antitrust, che ha prorogato al 31 dicembre 2025 il termine dell’indagine conoscitiva relativa agli “algoritmi di prezzo nel trasporto aereo passeggeri sulle rotte nazionali da e per la Sicilia e la Sardegna”, avviata il 14 novembre 2023.
In realtà, stando al rapporto preliminare dell’Authority pubblicato lo scorso 26 novembre – senza troppa pubblicità – qualche conclusione possiamo trarla eccome. Nel documento, che certifica l’analisi di un anno, l’Antitrust tende a liquidare le polemiche come “strumentali”, scrive Il Foglio, in un articolo che prende di mira il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che in un emendamento al testo del decreto aveva eliminato il riferimento al prezzo massimo, dopo la reprimenda dell’Ue e le bordate al governo di alcune compagnie, Ryanair in testa.
“Il prezzo medio di un biglietto aereo per le rotte insulari – rimarca l’Antitrust nel rapporto di 200 pagine – è nell’ordine di 60-80 euro e la parte preponderante dei viaggiatori risulta aver pagato meno di 100 euro, mentre solo un’esigua percentuale di essi ha pagato prezzi superiori a 150 euro”.
Insomma, clienti soddisfatti e “va tutto bene madama la marchesa”, altro che levata di scudi contro le compagnie. Che non sono poi così brutte e cattive se, come fa intendere l’Authority, agiscono – scrive sempre Il Foglio – nell’ambito di un mercato “dinamico e concorrenziale, nel quale l’andamento dei prezzi riflette le condizioni di domanda e offerta. E se si comprano i biglietti in anticipo, si risparmia fino al 50%”.
Consiglio, ci consentirà l’Authority, non proprio originale, ma che almeno la Regione Siciliana ha colto al volo, con un decreto che dimezza le tariffe per i residenti tra il 7 dicembre 2024 e il 6 gennaio 2025.
D’altronde, denuncia Assoutenti, nel periodo delle feste, i costi “hanno già sfondato la soglia dei 600 euro a passeggero per molte tratte” per le due isole principali, con forti rincari anche sulla Calabria.
“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”: operazione Gattopardo perfettamente riuscita. Almeno per ora.