by Gabriele Simmini | 21 Luglio 2023 11:58
Il governo Meloni prende finalmente in mano il dossier sul caro voli in Italia[1] e promette “interventi legislativi” volti a contrastare eventuali pratiche commerciali scorrette da parte dei vettori.
È quanto emerge dalla riunione della Commissione di allerta rapida dei prezzi che si è tenuta ieri presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimt). Ancora una volta, però, sembra che i tempi della politica non coincidano con quelli dell’economia e dell’industria dei viaggi.
Dopo mesi di campagne e denunce[2] contro il caro voli, portate avanti da associazioni di categoria e dei consumatori, a margine della riunione è stato proprio il ministro del Mimit Adolfo Urso ad annunciare – di concerto con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini – un prossimo intervento.
Ma “l’estate sta finendo” – per citare una famosa canzone – almeno per quanto riguarda le vendite dei biglietti; visto che siamo a fine luglio. Se si esclude una piccola quota di acquisti last minute, infatti, è chiaro che il grosso delle vendite (e dei rincari) è già stato archiviato.
«Le tariffe degli aerei aumentano laddove il cittadino non ha altra scelta, come in Sicilia e Sardegna, con picchi inaccettabili, del 70%. Con Matteo Salvini siamo d’accordo che interverremo a breve – ha sentenziato il ministro Urso – È possibile anche con un intervento legislativo, ma lavoreremo molto sul concetto della continuità territoriale, sia in seda europea sia in sede nazionale».
Al momento, però, oltre a un intervento ormai tardivo rispetto alla summer, non è dato sapere come un’iniziativa legislativa possa affrontare tematiche di libero mercato (che ad oggi non sono state giudicate illegittime da parte dell’Antitrust, ndr) o un’ulteriore revisione dei regimi di continuità territoriale che già hanno le loro lacune e problematiche.
In ogni caso, la riunione della commissione ha evidenziato i dati illustrati dal Garante per la sorveglianza sui prezzi, Benedetto Mineo, con un aumento del prezzo medio dei voli di circa il 40% rispetto al 2022. In alcuni casi i rincari hanno toccato vette fino al +70% in alcune tratte, mentre la dinamica del prezzo del jet fuel[3] mostra a giugno una riduzione di circa il 45% rispetto allo scorso anno.
A questo punto, con agosto ormai alle porte, ci si augura almeno che il governo chiarisca i dettagli di un intervento normativo e la sua specificità: ovvero se sarà un intervento strutturale o emergenziale e se avrà ricadute sugli attuali bandi per i voli in regime di continuità territoriale.
La speranza, infine, è che non ci si ritrovi ad affrontare lo stesso tema del caro voli anche a ridosso delle prossime vacanze di Natale e di fine anno.
Le associazioni di categoria presenti al Mimit e che sono intervenute in commissione erano Iata, Ibar, Assaereo, Assaeroporti, Assohandlers, Aeroporti2030, Assoclearance e Fto-Confcommercio. Quest’ultima ha anche reiterato l’allerta sulle pratiche delle compagnie low cost, chiedendo meno discriminazioni per le agenzie di viaggi.
«Abbiamo trovato un interlocutore sensibile rispetto alle nostre richieste che fondamentalmente sono tre: accertare le cause reali del caro voli e ogni altra condotta commerciale sleale; vigilare in modo costante sull’andamento dei costi dei biglietti; garantire la parità di prezzi tra i diversi canali distributivi, senza discriminazioni per la rete di agenzie di viaggi – ha sottolineato Gabriele Milani, direttore nazionale della Federazione Turismo Organizzato – Agenzie e tour operator sono danneggiate dall’impennata delle tariffe e dalla condotta generale delle low cost nei confronti del Turismo organizzato. Questi vettori dominano gli aeroporti italiani ed è chiaro che siamo di fronte a un oligopolio delle low cost che diventa monopolio su alcune tratte e scali strategici».
Il direttore Fto rincara la dose, ricordando che l’associazione ha segnalato come «la scarsa trasparenza sui prezzi e la loro imprevedibilità non consentano di programmare il proprio viaggio. Dunque, è necessario trovare un punto di equilibrio tra il diritto delle compagnie di fissare liberamente le tariffe e il diritto dei cittadini alla mobilità. Alla lunga il caro voli rischia di deprimere la domanda Italia su Italia ed estero su Italia. La nostra proposta è che la rete agenziale venga inserita come canale distributivo obbligato, assieme agli altri, nelle convenzioni commerciali tra i gestori aeroportuali e le compagnie aeree».
Anche il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha commentato la scelta dei colleghi di governo, sostenendo un’eventuale intervento normativo. «L’intervento per ridurre il costo dei voli era necessario e atteso da tempo, la situazione che si è venuta a creare stava diventando insostenibile soprattutto per quelle tratte dove non esiste una possibilità di concorrenza. Bene hanno fatto i colleghi Urso e Salvini a convocare i vettori aerei e porre la questione sul piano legislativo e sulla continuità territoriale – ricorda il ministro – È la strada giusta per tutelare i consumatori nei loro diritti e proteggere il comparto del turismo che è un asset strategico e fondamentale per l’Italia. Quello del caro vacanze è un tema che il ministero monitora con molta attenzione».
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