by Roberta Rianna | 3 Dicembre 2024 11:48
Dici Natale e pensi al caro voli dal continente alle Isole. Un caso puntualmente sollevato di questi tempi dalle associazioni dei consumatori, osservato dalle amministrazioni locali di Sardegna e Sicilia e, nel caso di quest’ultima, oggetto di una conferenza stampa – prevista per il 2 dicembre ma poi annullata – del presidente della Regione Renato Schifani, dissuaso forse dai ritardi nell’apertura delle vendite del nuovo e unico treno “anti caro voli”: l’ormai già leggendario Sicilia Express targato Tti[1].
Il dito è puntato sull’algoritmo, ovvero il sistema per cui – in base alla domanda – oscilla repentinamente verso l’alto il prezzo dei biglietti aerei. Un meccanismo complice di tariffe che, a detta di Assoutenti, nel periodo tra il 21 dicembre e il 6 gennaio “hanno già sfondato la soglia dei 600 euro a passeggero per molte tratte” per le due isole principali, con forti rincari anche sulla Calabria.
Un problema annoso e urgente, parrebbe. Eppure il governo centrale, che circa un anno e mezzo fa si è smarcato dall’ipotesi di un tetto alle tariffe[2] e ha passato la patata bollente all’Antitrust[3], ora sembra esserne meno preoccupato, tanto da assecondare i tempi laschi del Garante per la Concorrenza e il Mercato.
Consultando l’ultimo bollettino dell’Authority si apprende infatti che è stato prorogato al 31 dicembre 2025 il termine di conclusione del procedimento relativo all’indagine conoscitiva sugli algoritmi “in uso nel settore aereo per la determinazione dei prezzi dei servizi di trasporto passeggeri in ambito nazionale da e per la Sicilia e la Sardegna” avviato il 14 novembre 2023[4].
Ben due anni di caro-voli per fermare un fenomeno che evidentemente non è ritenuto così grave da essere arginato con tempismo.
Nel frattempo, fa sapere l’Antitrust, verrà pubblicato online un Rapporto Preliminare sugli algoritmi, a cui possono contribuire “i soggetti che vi abbiano interesse” presentando le proprie osservazioni entro il 15 gennaio 2025 “in formato editabile all’indirizzo pec [email protected][5], recando in oggetto la dicitura «IC56. Rapporto Preliminare» e l’indicazione della denominazione del mittente.
Da qui, ovvero dalla “quantità e complessità degli elementi in corso di valutazione e di acquisizione nell’ambito dell’indagine” – si giustifica il Garante – la scelta di prorogare a fine 2025 il termine del procedimento.
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