Per la Sicilia il 4 dicembre è il giorno della svolta per abbattere il caro voli sull’isola in vista del Natale. Prima auspicata, poi annunciata ora è realtà: il contributo economico consiste nella riduzione del 25% del costo del biglietto per i residenti. Per tutte le informazioni cliccare sul sito ad hoc della Regione Siciliana.
Ai fini dell’erogazione del contributo le richieste devono essere inoltrate esclusivamente online, dalle 9.00 del 4 dicembre 2023 alle 18 del 30 gennaio 2025.
Il primo vettore a dire sì era stato Aeroitalia, seguito da Ita. Ma è possibile ottenere il rimborso, entro 30 giorni, anche per i voli con compagnie non ancora aderenti all’iniziativa, conservando il biglietto e la carta di imbarco
Già dal primo dicembre erano scattati gli sconti per i residenti in Sicilia sulle tariffe per i voli fra gli aeroporti dell’isola e quelli di Roma Fiumicino e Ciampino, Milano Linate e Malpensa e Bergamo Orio al Serio. La riduzione si applica non solo a chi prenotava da venerdì, ma anche per chi lo ha fatto a partire dal 10 novembre, giorno dell’annuncio del governatore Renato Schifani, per i biglietti acquistati dal primo dicembre e fino al 31 dicembre 2024.
Già nei giorni scorsi era possibile trovare prezzi stile low cost vecchia maniera: facendo una simulazione abbiamo scovato un Roma-Catania a 18 euro, ad esempio, anche se resistono sacche di tariffe alte in relazione alla Sicilia stessa: per un Milano-Palermo con andata sabato 23 dicembre e ritorno martedì 2 gennaio si possono spendere 500 euro, scrive la Repubblica.
Se, insomma, la Sicilia (per i residenti) è fatta, ora bisogna fare la Sicilia per gli italiani. E non trascurare le altre tratte. Perché è vero che il governo è intervenuto sul caro voli con il decreto Asset, approvato dal Parlamento a inizio ottobre, rafforzando i poteri istruttori e sanzionatori dell’Antitrust sul trasporto aereo, ma il Codacons sottolinea che l’Agcm si sia mossa tardi. «Abbiamo fornito all’Antitrust gli strumenti per agire», ha chiarito il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.
Il provvedimento, come era lecito attendersi, aveva scatenato la furiosa reazione di alcune compagnie, su tutte Ryanair, che aveva preannunciato un taglio delle rotte da e per la Sardegna e la Sicilia. Secondo Easyjet, invece, il decreto avrebbe potuto portare addirittura all’effetto contrario, con un aumento dei prezzi.
Il 16 novembre comunque l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’indagine conoscitiva «sull’uso degli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo passeggeri sulle rotte di collegamento tra la penisola e la Sicilia e la Sardegna, caratterizzate da particolari esigenze di mobilità. Alla base di questa decisione – precisava in una nota l’Antitrust – il fatto che, in concomitanza con la ripresa della domanda di trasporto aereo passeggeri, a partire dal 2022, sono stati rilevati, da soggetti istituzionali e non, livelli di prezzo elevati in corrispondenza dei periodi di picco di domanda».
Il Codacons, però, non ha apprezzato i tempi di intervento dell’Agcm: «Appare in netto ritardo, e qualsiasi intervento contro gli algoritmi che portano a Natale le tariffe alle stelle sarà tardivo, considerati i livelli astronomici già raggiunti dai prezzi dei biglietti».
Insomma, “Non è finita finché non è finita”.