L’Antitrust scende in campo in prima battuta contro il caro voli. Il caso Sicilia ha riportato a galla il problema, che in estate il governo aveva provato ad affrontare, e ora l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’indagine conoscitiva sull’uso degli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo sulle rotte tra la penisola e le Isole maggiori, caratterizzate da particolari esigenze di mobilità.
Una decisione, spiega l’Antitrust, scaturita da un’impennata notevole delle tariffe: «In concomitanza con la ripresa della domanda di trasporto aereo, dal 2022, sono stati rilevati – da soggetti istituzionali e non – livelli di prezzo elevati in corrispondenza dei periodi di picco». In vista del Natale si segnalano già biglietti da 400 a 500 euro per una sola tratta e allora governo e Regione Siciliana sono corsi ai ripari per calmierare i costi. «Le tariffe aeree per le Feste sono le più care degli ultimi dieci anni», rivela un’inchiesta del Corriere della Sera.
Il problema, insomma, è serio eccome, ma questo lo si era intuito da mesi: così, ad agosto, l’esecutivo aveva alzato la voce varando un decreto ad hoc, salvo fare marcia indietro dopo le minacce di Mr Ryanair, Michael O’Leary, e chiamare in causa l’Antitrust. Di recente, a margine, del Wtm di Londra, il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, aveva assicurato che il governo si sarebbe rioccupato a breve del problema.
«Le compagnie – si legge nella nota ufficiale dell’Authority – adottano da anni sistemi di definizione dei prezzi che, grazie all’uso di algoritmi e di software per il trattamento dei dati, differenziano e adattano nel tempo i costi dei voli. Negli ultimi anni il grado di automatizzazione e di sofisticazione di questi sistemi è notevolmente aumentato, sia per la crescita esponenziale delle informazioni trattabili sia per l’evoluzione tecnologica. In prospettiva, l’utilizzo di tecniche di intelligenza artificiale e machine learning potrebbe consentire l’uso di algoritmi di auto-apprendimento, in grado di elaborare nuovi criteri di definizione dei prezzi».
«L’attività di indagine – precisa ancora l’Antitrust – riguarderà i possibili effetti negativi sul funzionamento del mercato e sulle condizioni di offerta ai consumatori legati all’uso degli algoritmi di prezzo, nel contesto di riferimento. L’indagine approfondirà anche le modalità di comunicazione al pubblico dei prezzi dei biglietti aerei e delle loro diverse componenti».
Quindi, l’affondo finale: «In considerazione delle nuove previsioni normative di cui all’art. 1 del dl Asset 104/2023 (convertito con modificazioni dalla legge 136/2023) l’Autorità potrà, a seguito dell’indagine conoscitiva, imporre alle imprese misure comportamentali o strutturali per eliminare le distorsioni della concorrenza o per raccomandare le opportune modifiche legislative/regolamentari così da migliorare il funzionamento dei mercati. Inoltre se – nel corso del procedimento – le imprese presentano impegni, l’Autorità potrà valutarne l’idoneità a risolvere le criticità rilevate e renderli obbligatori».
«L’indagine aperta dall’Antitrust sul caro voli dimostra come il governo abbia agito tempestivamente a tutela degli italiani – sottolinea il ministro del Turismo, Daniela Santanchè – A differenza di chi voleva difendere esclusivamente una rendita di posizione, abbiamo posto la questione e prima l’Europa e ora l’Antitrust confermano che un’indagine sui prezzi andava fatta. Mi auguro che vengano tutelati gli interessi dei cittadini e non quelli dei monopoli soprattutto in un settore, quello della mobilità, che diventa strategico anche per il comparto del turismo».