Caso Boeing, da United l’allarme “bulloni allentati”
Bulloni allentati. Potrebbe essere una delle ipotesi sull’incidente occorso venerdì sera al Boeing 737 Max-9 di Alaska Airlines, che ha perso un pannello dalla sua fusoliera subito dopo il decollo da Portland. Il sito specializzato The Air Current – come riporta il Corriere della Sera – ha riferito sulle ispezioni dei 171 aerei messi a terra dalla Faa, l’ente federale dell’aviazione Usa: ebbene, la United Airlines – principale utilizzatore al mondo del modello – ha trovato in 5 di essi, si legge in una nota ufficiale della compagnia, «elementi di giunzione non stretti in modo sufficiente e, in generale, problemi di installazione». Gli aerei con i bulloni allentati – riferisce ancora The Air Current – sarebbero stati consegnati a United tra novembre 2022 e settembre 2023.
Il National Transportation Safety Board degli Stati Uniti ha comunque precisato di non essere ancora in grado di stabilire se il pannello della cabina, trovato da un insegnante di Portland nel suo giardino, fosse stato fissato correttamente: «Non sono stati recuperati i quattro bulloni che ne impediscono il movimento verticale e non abbiamo ancora determinato se esistano». In ogni caso la Faa ha chiarito che gli aerei resteranno a terra «fino a quando gli operatori non avranno completato le ispezioni più approfondite, che comprendono i tappi di uscita delle porte della cabina destra e sinistra, i componenti delle porte e i dispositivi di fissaggio».
Fatto sta che il caso di Portland ha messo ulteriore pressione su Boeing, sollevando nuove preoccupazioni sulle modalità di produzione della famiglia di jet più venduti del colosso Usa. Boeing, infatti, aveva già dovuto affrontare problemi dopo la messa a terra del 737 Max-9 decisa dalla Faa nel marzo 2019, in seguito a due incidenti che avevano provocato 346 vittime.
Immediate le ripercussioni anche in Borsa: a Wall Street il titolo Boeing ha registrato la caduta più significativa da oltre un anno, -8,03% a 229 dollari. Il suo fornitore Spirit AeroSystems Holdings, che produce la fusoliera per il 737, è sceso dell’11,13%, mentre Alaska Air Group, la casa madre del vettore coinvolto, dello 0,21%.
A complicare le cose anche i ritardi nelle consegne, segnalati da Ryanair, uno dei maggiori clienti di Boeing. In un’intervista al Financial Times l’ad Michael O’Leary ha sottolineato che «Boeing e Airbus devono migliorare significativamente il controllo di qualità mentre cercano di recuperare i ritardi di produzione». Ryanair ha quindi previsto di essere a corto di cinque-dieci aerei per il picco della stagione estiva 2024, motivo che probabilmente costringerà la compagnia low cost irlandese a rivedere al ribasso la crescita del traffico. Ryanair, infatti, avrebbe dovuto ricevere 57 Boeing Max 8200 entro la fine di aprile, ma, ha spiegato O’Leary, «saremmo fortunati se ne arrivassero 50 entro la fine di giugno. Ora a causa dei ritardi trasporteremo 200 milioni di passeggeri per l’anno finanziario, che inizia ad aprile, contro i 205 milioni previsti in precedenza. Ci costa, se si parla di 5 milioni di passeggeri in meno su 205 milioni, il 2-2,5% degli utili».
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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