Caso Forlì-Aeroitalia, Gilardi: «Tutti i passeggeri partiranno»
Dopo la clamorosa rottura dei rapporti tra l’aeroporto di Forlì (e il suo progetto di tour operating Go To Travel) e la compagnia aerea Aeroitalia, la società di gestione della scalo (F.A. srl) affronta il tema in conferenza stampa e annuncia la garanzia dei voli per tutti i circa 35mila passeggeri interessati dal disservizio.
È lo stesso Andrea Gilardi, business aviation e direttore marketing dello scalo, a fornire le dovute rassicurazioni ai clienti e a chiarire la vicenda che ha portato all’interruzione dell’accordo con il vettore guidato da Gaetano Intrieri.
Gli accordi con Aeroitalia
«I 35mila romagnoli che hanno prenotato il volo dall’aeroporto di Forlì partiranno per le vacanze. L’obiettivo è far volare la Romagna e i passeggeri – sostiene il manager ripreso da Il Corriere della Romagna – Go to Travel ha stipulato due contratti con Aeroitalia. Il vettore si impegnava a garantire due aeromobili ( un Atr72- 600 con la capacità 68 posti e un Boeing 737-700 con 148 posti da utilizzare nel periodo estivo) con due equipaggi ciascuno con base a Forlì. Di fatto il Boeing non è mai arrivato nonostante dovesse coprire la stagione estiva per un totale di 800 ore, mentre per ciò che riguarda il personale dell’altro velivolo avevamo a disposizione solamente un equipaggio. Il che significa, in termini pratici, che piloti e hostess potevano viaggiare solamente per 4 rotte e riposarsi per 13 ore».
Secondo Gilardi, quindi, questo metodo «ci ha fatto vivere situazioni complesse come le molte cancellazioni – circa un migliaio i passeggeri rimasti a terra, ndr – che hanno colpito in prevalenza le rotte condivise da Go to Travel e Aeroitalia, ovvero Napoli, Catania, Lampedusa, Olbia e Brindisi. Insomma, nonostante i tentativi di ricomporre i pezzi con la controparte e le promesse del vettore che però non sono state mantenute, è stato necessario staccare la spina».
Secondo quanto riporta anche Il Resto del Carlino, inoltre, «l’accordo prevedeva che quattro destinazioni, ovvero Napoli, Olbia, Lampedusa e Brindisi, fossero a rischio condiviso al 50% per quanto riguarda costi e ricavi, mentre le altre destinazioni erano esclusiva nostra. Quando Aeroitalia dice che ha risolto il contratto non dice il vero: nessuna clausola prevedeva che potesse farlo. Siamo stati noi a decidere di staccare la spina perché non si poteva più andare avanti così».
Le riprotezioni e i nuovi vettori
Per sostituire Aeroitalia, quindi, «con appena venti minuti di divario rispetto agli orari stabiliti in precedenza», precisa Gilardi Forlì ha firmato degli accordi con i vettori Raf-Avia e Windrose, ma dovrebbero aggiungersi per tempo anche altre compagnie aeree. «In questo momento la disponibilità di aeromobili e di equipaggi in Europa è quasi inesistente e i costi aumentano di giorno in giorno, eppure stiamo facendo del nostro meglio e stiamo riuscendo a non far perdere un solo giorno di vacanza ai passeggeri che hanno scelto Forlì», sottolinea Gilardi secondo Il Resto del Carlino.
Le garanzie, però, riguardano solo chi ha prenotato il volo tramite Go To Travel o i tour operator che si appoggiano a Forlì, anche se lo scalo romagnolo ha deciso anche di supportare anche i passeggeri che hanno acquistato i biglietti direttamente da Aeroitalia.
«Rispetto a chi si è visto cancellare il volo, proprio perché avevano optato per una delle rotte condivise con il vettore, e ha ricevuto il rimborso – ricorda Gilardi a Il Corriere della Romagna – mostrando una copia del biglietto e se ho ancora una disponibilità residua di posti per quella destinazione offriamo la possibilità di partire ugualmente allo stesso costo e senza speculazioni».
La versione di Intrieri
Ma il ceo di Aeroitalia, Gaetano Intrieri non ci sta e già tre giorni fa aveva rilanciato con un lungo post su Facebook la sua versione dei fatti.
«Quello che è successo tra noi e la società Go to Fly rappresenta in piccolissimo uno spaccato di usanze di questo Paese che hanno spesso portato le aerolinee ad essere l’anello debole della value chain dell’industria del trasporto aereo – scrive il manager – Non siamo una aerolinea disponibile a portare a spasso 5 o 10 passeggeri volando verso destinazioni che non dimostrano avere un numero sufficienti di passeggeri. Le decine di destinazioni che la società Go To Fly aveva scelto si sono rivelate essere tutte non produttive con eccezione delle due destinazioni greche e di Lampedusa in quanto vendute in gran parte a dei tour operator».
Secondo Intrieri, quindi, «l’errore di Aeroitalia è stato quello di non intervenire immediatamente nel rescindere il contratto.
Domenica mattina dopo un meeting con il board di Aeroitalia abbiamo deciso di risolverlo unilateralmente – rimarca Intrieri sostenendo la tesi contraria rispetto a Gilardi – Lo abbiamo fatto consci di rendere un servizio anche all’aeroporto di Forlì che non può essere umiliato con voli spesso operanti con un numero di passeggeri che vanno dai 5 ai 20».
«Nell’ultimo mese abbiamo più volte cercato di convincere con diverse email il management di Go to Fly nel cambiare direzione proponendo una razionalizzazione del network e proponendo di inserire la tratta Forlì-Roma che sarebbe per certo la migliore destinazione per l’esigenze di quel territorio – conclude il ceo di Aeroitalia – ma non è stato possibile mediare verso una soluzione di buon senso. La nostra idea era e rimane quella di focalizzarsi su poche destinazioni fatte bene piuttosto che su un network molto sfidante che se fatto con un solo aereo o anche due produrrà solo che disprution operative. Abbiamo addirittura proposto di incrementare i nostri investimenti su alcune rotte da e per Forlì (Roma, Catania e Napoli) pur di terminare di volare verso destinazioni senza senso e senza passeggeri».