Caso Milano-Cortina, c’è un buco da 107 milioni

Caso Milano-Cortina, c’è un buco da 107 milioni
16 Luglio 12:12 2024 Stampa questo articolo

Il circo bianco delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 si tinge di profondo rosso con un buco che tocca i 107 milioni di euro. È la voragine nelle spese denunciata dalla Corte dei Conti del Veneto nel suo rapporto sulla ragioneria  regionale. Nel bilancio della Fondazione Milano-Cortina si evidenzia infatti un peggioramento nel deficit patrimoniale, oltre a una serie di criticità, tra cui spiccano le dannose “sovrapposizioni di competenze”, con aggravio dei tempi di esecuzione delle opere previste.

Nello specifico la relazione del massimo organo di magistratura contabile rileva “il perdurare di un rischio elevato che non vengano portati a compimento alcuni interventi  infrastrutturali di particolare importanza. La variante  Cortina prevederebbe ancora oltre 250 milioni di euro esenti da copertura finanziaria, mentre per la variante di Longarone, è previsto un termine di realizzazione successivo all’avvio dei Giochi”.

Per la Corte dei Conti del Veneto, infine “la Fondazione Milano-Cortina lavora in costante deficit. Solo nel 2023 avrebbe registrato un risultato economico negativo per 33,7 milioni di euro che, sommati al deficit già presente, portano a un rosso di oltre 107 milioni, il che dimostra come la Fondazione continui ad operare in condizioni di deficit patrimoniale”.

La segnalazione della Corte dei Conti – rilevata dal quotidiano L’Indipendente – desta preoccupazione tra gli organizzatori e non è certo l’unica tegola piovuta recentemente sull’evento. Infatti è in atto un’inchiesta per corruzione che ha coinvolto la Fondazione, oltre alle contestazioni legate a problematiche ambientali che hanno riguardato la realizzazione dell’ormai famosa pista da bob. Per la quale è previsto l’abbattimento di un intero bosco di larici e, non ultimo, il cronoprogramma che andrà rivisto, in quanto la stima di 800 giorni di cantiere – con molti lavori avviati solo nel febbraio scorso – non sembra essere più credibile.

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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