Rilascia e raddoppia. Slogan perfetto per il passaporto, pensateci bene. Se tutto filasse liscio, ovviamente, ma non è così e sapete bene anche questo. Allora trasformiamolo nell’ennesimo appello parlamentare su una delle questioni più delicate degli ultimi mesi, fra i tempi biblici per ottenere un appuntamento online e le code lunghe davanti alle questure. E l’estate ora è cominciata anche per il calendario, viaggi e vacanze non possono più attendere.
Così, il 21 giugno il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è costretto a fronteggiare alla Camera un nuovo question time, targato Azione–Italia Viva. La stoccata del deputato bresciano Fabrizio Benzoni apre il confronto: «Possibile che in sei mesi non sia cambiato nulla?». Benzoni parte da un dato di fatto: ci troviamo di fronte ad un’emergenza nazionale: «A febbraio il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, spiegava che il problema sarebbe stato risolto in dieci giorni, ma una recente inchiesta di Altroconsumo dimostra che le cose sono peggiorate in sei delle 12 città passate al vaglio: Bari, Bologna, Genova, Padova, Torino e Milano». Urgono soluzioni immediate, sottolinea Benzoni, che propone di eliminare il vincolo di territorialità, per permettere ai cittadini di scegliere liberamente dove andare a fare il passaporto.
Piantedosi si difende con i numeri: «Da un milione e 800.000 passaporti emessi nel 2022, siamo passati 1.340.000 passaporti in meno di sei mesi nel 2023, di cui 170.000 stampati e non ancora ritirati. Per quanto riguarda le sei città citate con particolari criticità, le statistiche aggiornate al 19 giugno indicano che fanno registrare un incremento dei passaporti stampati rispetto allo scorso anno: si va da un aumento del 137% di Milano al 244% di Torino». E per i tempi? «Si attestano su quelli previsti dalla normativa di riferimento, ossia 15 giorni e, in caso di ulteriori accertamenti, 30 giorni», sottolinea il ministro, spiegando che «il portale per il quale si registrano i disagi nella fissazione degli appuntamenti è soltanto uno degli strumenti di accesso al rilascio dei passaporti e il 15 giugno ne è stato ultimato l’adeguamento tecnologico».
Risposta che non soddisfa del tutto Benzoni, la controreplica è chiara: «Questure e funzionari con l’emergenza riescono a tamponare la situazione, ma non può essere l’eccezione alla regola a risolvere il problema. Vanno trovate soluzioni più concrete, questa era la risposta che ci aspettavamo».
In attesa del prossimo round passaporti, Piantedosi deve fare i conti anche con l’interrogazione della Lega, legata alla sicurezza in estate nelle città a maggior vocazione turistica. «Preoccupano – nota il deputato Edoardo Ziello – dalla recrudescenza di fenomeni come spaccio, occupazione di immobili e mala movida. A Rimini e Macerata sono già stati disposti servizi che stanno ottenendo risultati efficienti, ma i provvedimenti vanno estesi».
Il titolare del Viminale si fa scudo con «un piano di potenziamento della vigilanza estiva nelle località più note. La pianificazione si basa su criteri oggettivi, che tengono conto dei dati Istat, sulle presenze turistiche e degli indici di delittuosità provinciale. Previsti rinforzi laddove necessario anche su segnalazione dei prefetti. Nelle località turistiche previsto un rafforzamento di controllo ordinario del territorio, mediante l’impiego di ulteriori reparti di polizia, sempre in base alle specifiche esigenze rappresentate dalle autorità locali».
Fine del terzo round. Ma, sicurezza a parte, non saremmo tanto sicuri che quello sui passaporti sia l’ultimo. Anzi.