È stato aperto ufficialmente all’Enit un tavolo di lavoro sulla vicenda Thomas Cook. La sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi, dopo aver ascoltato le proposte di Federalberghi e aver recepito le preoccupazioni di Confindustria Alberghi e Fiavet Nazionale, presenti al primo incontro al Mibact, ha ribadito l’intenzione di calcolare «numeri e portata delle ricadute negative di questa vicenda per il nostro Paese».
«Dal monitoraggio compiuto dagli operatori – ha aggiunto – è già emersa una situazione di criticità limitata ad alcune zone d’Italia. L’incontro di martedì è stato un primo passo. Utilizzeremo tutti gli strumenti necessari per garantire al comparto l’assistenza, all’interno delle norme comunitarie e dei margini di bilancio. Il turismo italiano rappresenta una punta di eccellenza che va tutelata e sostenuta, specialmente in un momento delicato di trasformazione come questo».
Ivana Jelinic di Fiavet, unica presidente di categoria delle agenzie di viaggi presente all’incontro, ha commentato: «Abbiamo richiamato l’attenzione sul reale impatto sull’industria turistica italiana, confermando il coinvolgimento delle agenzie incoming per i prepagamenti effettuati dei fornitori, sottolineando però la necessità di evitare che si sviluppi una comunicazione distorta sulla precarietà degli operatori italiani, del tutto inesistente, perché questo sì che sarebbe un maggior danno rispetto al fallimento di Thomas Cook. In altre parole, evitiamo allarmismi perché il nostro sistema di tour operating e la rete agenziale sono realtà sane, equilibrate e ben normate e credo che questo concetto debba passare in modo molto chiaro, per evitare che il consumer percepisca altro. L’intermediazione organizzata, infatti, rimane ancor ben più affidabile delle piattaforme online».
Dal canto suo Confindustria Alberghi, in una nota diffusa dopo l’incontro al Mibact, ha evidenziato che la vicenda Thomas Cook “va valutata in un’ottica di sistema e che il quadro non è ancora completo, ma certamente le conseguenze continueranno a farsi sentire nei prossimi mesi. Anche perché sono numerosi i marchi del Gruppo che operano sul mercato italiano – Neckermann tra tutti – che stanno seguendo il destino della casa madre. Attori sul mercato italiano da moltissimi anni e particolarmente presenti in alcune località del Paese”.