Caso Visibilia, Santanchè: «Non ci sarà rinvio a giudizio»

Caso Visibilia, Santanchè: «Non ci sarà rinvio a giudizio»
14 Maggio 12:24 2024 Stampa questo articolo

Il veleno nella coda: «In caso di rinvio a giudizio (per il caso Visibilia), valuterebbe la possibilità di dimettersi?». L’ultima domanda di Marcello Foa a Daniela Santanchè sembra fare il verso al titolo della trasmissione di Radio 1 Rai, “Giù la maschera”, che ospita il ministro del Turismo di prima mattina. La risposta è telegrafica, l’incipit sintomatico: «Male non fare, paura non avere. La possibilità di un rinvio a giudizio è un’accusa. Sono confidente che questo non succederà».

Passo e chiudo. Per venti minuti buoni Santanchè affronta il tema della puntata, “Perché il turismo in Italia fa boom?”, dedicandosi a un ripasso ottimo e abbondante relativo al momento del settore, con una premessa su uno degli argomenti più caldi: la tassa di soggiorno: «C’è una riflessione in corso. Innanzitutto, non tutti i Comuni ce l’hanno: è giusto o sbagliato?».

Mentre la domanda resta sospesa nell’aria, il ministro propone la soluzione, già anticipata lo scorso weekend durante l’assemblea di Federalberghi: «Serve una proporzionalità: chi paga una camera d’hotel 1.000 euro a notte, può pagare di più di chi la paga 50 euro. La questione delle stelle degli hotel, come in altre nazioni, è più complicata, anche all’estero non c’è uniformità. Sono temi su cui ci siamo già confrontati con le associazioni di categoria, non siamo abituati a fare le cose senza ascoltare chi opera nel turismo. In ogni caso, i soldi incassati con la tassa dovrebbero essere spesi per tutto ciò che riguarda il turismo».

C’è un’altra spina nel fianco del governo: le concessioni balneari, la sentenza del Consiglio di Stato è un secchio d’acqua gelata. L’ottimismo di Santanchè non vacilla: «Il governo sta procedendo con serietà, c’è già un calendario fissato con il tavolo tecnico che si sta occupando della mappatura e c’è un’interlocuzione con l’Europa. Sono sicura che questa questione si risolverà, anche se questa fase di stallo penalizza le imprese e quando ci sono incertezze è difficile fare investimenti».

Ciò non toglie che, passata la burrasca Covid, il turismo italiano vada a gonfie vele. I risultati parlano chiaro: «Il primo merito – sottolinea – lo dobbiamo dare alle imprese e agli operatori. Il comparto ha pagato il prezzo più alto durante la pandemia». Poi rivendica: «Abbiamo un governo che ha messo al centro dell’agenda politica il turismo e vorrei ricordare che nel 2023 il settore ha trainato l’economia con un surplus, che in termini di incidenza sul Pil è salito ai livelli pre Covid».

Le buone notizie non finiscono qui: l’Italia, infatti, si afferma come prima meta per il turismo congressuale. «Questo ci fa capire – osserva il ministro – quali siano l’impegno e la credibilità della nostra nazione nel mondo. Vuol dire che l’Italia è al centro dei desideri non soltanto del turista, ma anche di chi viene per fare congressi. Ecco perché non si parla più di turismo, ma di turismi».

E snocciola i dati: «Abbiamo stanziato 19 milioni di euro per i cammini, 34 milioni per i piccoli Comuni, 75 milioni per i siti Unesco e la valorizzazione dei borghi. Il Mitur sta sostenendo questo settore. E’ vero che il turismo sta andando molto bene, però va ancora sostenuto. Ed è quello che stiamo facendo».

Poi le ultime osservazioni, prima della domanda finale “ad personam”, sulla riforma degli affitti brevi – «È stato complicato e difficile, non si deve ledere il diritto della proprietà privata, ma non ci deve essere concorrenza sleale» – e per ricordare il lavoro del Mitur sulla «decontribuzione del 15% per i lavoratori del turismo impegnati nel notturno e nel festivo e la tassazione del 5% sulle mance, che prima aveva un’aliquota più alta».

Il resto alla prossima puntata.

L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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