Cassazione: “L’agenzia di viaggi può trasportare turisti”
Se non è una rivoluzione nel mondo del turismo poco ci manca. La Cassazione dà uno scossone alla mobilità del comparto, riconoscendo il diritto delle agenzie di viaggi all’utilizzo di mezzi ad uso proprio per trasportare turisti. La sentenza del 21 ottobre scorso – come riporta FirenzeToday – arriva al termine di una vicenda iniziata nel 2018, quando un operatore venne multato dalla polizia locale di Siena che gli sequestrò un minivan a nove posti, comminandogli anche una multa salata.
La Suprema Corte ha così ribaltato i verdetti dei primi due gradi di giudizio, per la gioia di Fiavet Toscana: “Le agenzie di viaggi possono ora gestire direttamente il trasporto dei clienti impiegando le proprie auto e minivan, offrendo un’esperienza più fluida e controllata dall’inizio alla fine – si legge in una nota ufficiale – Il controllo diretto sul servizio migliora la qualità e permette una personalizzazione maggiore in base alle esigenze dei clienti”.
Non solo. Ci sono altri benefici, sottolinea Fiavet Toscana: “Ottimizzazione dei costi e maggiore flessibilità logistica. Con mezzi propri le agenzie riducono i costi legati all’esternalizzazione dei servizi di trasporto, potendo operare con maggiore flessibilità anche in destinazioni meno accessibili o in periodi di alta stagione”.
La sentenza, che ha valutata la formula del “pacchetto tutto compreso”, arriva da lontano. Il provvedimento si basa su un regio decreto-legge del 1936 contenente le “Norme per la disciplina delle agenzie di viaggio e turismo”. E all’art. 2 individua quali “uffici viaggi e turismo” le aziende che svolgono “tutte o gran parte delle attività” elencate nella stessa disposizione, tra cui vi è “l’organizzazione di escursioni private o collettive, con o senza accompagnamento, per la visita delle città e dei dintorni, e noleggio di autovetture”.
Ecco, proprio “l’interpretazione basata su un regio decreto del 1936” lascia esterreffati taxi e Ncc, che si preparano a una battaglia legale e affilano le armi. «Stiamo studiando con i nostri avvocati la sentenza per valutarne le implicazioni ed eventuali azioni legali – attacca Marco Cararresi, presidente degli Ncc di Cna Firenze – La riteniamo assurda e pericolosa perché colpisce duramente un settore, quello degli Ncc, che, lavorando tantissimo con agenzie di viaggi e tour operator, rischia di dimezzarsi».
Carraresi è un fiume in piena: «Per un comparto già bersaglio di varie forme di concorrenza sleale, la deregolamentazione aperta dalla sentenza rischia di far aumentare a dismisura il fenomeno dell’abusivismo, che chiediamo invece da tempo di combattere Gli Ncc devono avere una patente professionale, essere iscritti al ruolo, avere un veicolo destinato solo a uso terzi, stipulare assicurazioni che coprano i rischi particolari del mestiere e che perciò sono più costose, essere sottoposti a visite mediche professionali con test attitudinali specifici: insomma, una serie di regole che ne legittimano la professionalità, tutelando al contempo la clientela».
E adesso, invece, tana libera tutti, punge Cararresi: «Le cose che ho elencato non sono richieste a coloro che guidano auto immatricolate a uso proprio: la sentenza, pertanto, finisce anche per innescare meccanismi di concorrenza sleale e diminuire la sicurezza dei passeggeri a bordo delle auto. Inoltre, non crediamo neppure che la novità sia un valido strumento di contrasto all’overtourism, tutt’altro: il rischio è quello di riempire di altri automezzi strade di città, come Firenze, già sature».
I tassisti, ovviamente, sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda. Claudio Giudici, presidente nazionale di Uritaxi, lo sottolinea a chiare note: «La sentenza non ci convince affatto. Crea un contesto in cui tutele professionali e assicurative variano a seconda che il trasporto avvenga con un mezzo di proprietà di un tour operator o di un’agenzia turistica. Il regio decreto del 1936, cui si ispira, è lontano dalla realtà normativa odierna e dagli sviluppi del Codice della strada: parla genericamente di “noleggio di autovetture”, ben diverso dal noleggio con conducente, per il quale sono richiesti requisiti professionali e specifiche autorizzazioni».
Taxi e Ncc non sono soli. Anche sul fronte delle agenzie, infatti, c’è chi come Maavi non ci sta e reputa le nuove regole un “minestrone” da evitare. La presidente, Enrica Montanucci, promette di appellarsi al ministero del Turismo per «chiedere riscontro e protezione da tale incoscienza».