by Andrea Lovelock | 21 Maggio 2018 12:25
È Gian Marco Centinaio il candidato più accreditato al ministero del Turismo del nuovo governo Di Maio-Salvini: 46 anni, direttore commerciale del tour operator Il Viaggio, tra i fedelissimi di Matteo Salvini e capogruppo della Lega al Senato, Centinaio è stato anche sales manager di Club Med Italia con un’esperienza diretta nei rapporti con le agenzie di viaggi, avendo curato da vicino i contratti di vendita tra promotori e adv per conto del celebre villaggista internazionale.
La sua candidatura è una delle più menzionate nel totoministri, accanto a quelle di Giancarlo Giorgetti, braccio destro del numero uno leghista, al quale potrebbe essere affidato il ministero dell’Economia, e di Nicola Molteni al ministero dell’Agricoltura, altro dicastero fortemente voluto dai leghisti. Intanto la Lega ha reso noto l’esito del referendum ai gazebo sul contratto di governo: hanno votato in 215 mila, con il sì che ha raggiunto il 91%.
La più recente dichiarazione di Centinaio sul turismo è di qualche giorno fa, puntualmente pubblicata sulla homepage del suo sito e riguarda i numeri del comparto: «Esiste un problema generale dati nel turismo. E sono discussioni sentite mille volte da noi addetti ai lavori. Istat, che mette assieme i dati delle regioni su arrivi e presenze, elabora troppo tardi. Banca d’Italia, che si concentra sugli aggregati finanziari, è accusata di lavorare solo su un campione non rappresentativo. Ogni associazione, ogni categoria, ogni ricercatore in cerca di visibilità pubblica un dato diverso, a seconda di quello che serve. In aggiunta a questo, in teoria, a livello nazionale questi dati dovrebbe elaborarli l’Osservatorio Nazionale del Turismo, affidato all’Enit e che da anni giace esanime senza alcun tipo di input originale, né attendibile».
«Noi, a differenza degli altri – prosegue Centinaio – riconosciamo l’importanza di questo problema e indichiamo chiaramente le possibili soluzioni: una nuova governance del turismo che metta tra i suoi obiettivi chiave anche quello di attivare una base scientifica nazionale ufficiale che diventi il punto di riferimento dei numeri del settore, non solo e non tanto a livello storico, ma soprattutto a livello previsionale, che è quello che davvero serve».
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