by Gabriele Simmini | 2 Novembre 2021 7:00
Parola d’ordine discontinuità. Quella imposta dall’Unione europea alla newco Italia Trasporto Aereo per raccogliere l’eredità della ex compagnia di bandiera. E così è stato. Il 15 ottobre, quando tutti si aspettavano l’ennesima riedizione di Alitalia, l’impresa capitanata da Alfredo Altavilla ha stupito tutti: il vettore volerà sotto il brand Ita Airways con una livrea azzurra, un programma fedeltà chiamato “Volare”[1] e mosse decise come lo strappo con i sindacati e il no alla continuità territoriale sulla Sardegna. Ita è nata con un preciso obiettivo: centrare il business plan e archiviare per sempre la storia trita e ritrita dell’Alitalia-in-perdita. Ed è questo, con tutta probabilità, il cuore del tacito accordo con il premier Draghi, primo grande sponsor della newco.
L’APPROFONDIMENTO SU L’AGENZIA DI VIAGGI MAGAZINE[2]
Addio Alitalia, quindi: arriva Ita Airways, con nuovi aeromobili, un’inedita livrea azzurra – italianissimo rebranding nel segno della discontinuità – come richiesto dall’Ue; e un nuovo programma di loyalty dal nome Volare, come una delle canzoni simbolo del nostro Paese.
Una discontinuità certamente morbida, dovuta anche ai tempi tecnici di organizzazione e gestione dello storico passaggio, dopo aver ottenuto da Alitalia in amministrazione straordinaria l’asset aviation e in attesa dell’apertura dei bandi per manutenzione e handling e dei nuovi aerei ordinati ad Airbus[3] (prime consegne da inizio 2022). In attesa, quindi, di vedere i primi aerei “azzurri” con il logo Ita in oro bianco, la newco continuerà a volare con velivoli, uniformi e infrastrutture della vecchia AZ.
L’intervista al chief commercial officer, Emiliana Limosani[4]
Intanto, nei primi giorni di attività, Ita Airways è entrata ufficialmente nell’alleanza SkyTeam – in sostituzione di Alitalia in amministrazione straordinaria – e ha registrato buone performance di partenza. Nei primi 14 giorni la compagnia aerea tricolore ha operato 2.764 voli passeggeri, di cui 1.942 nazionali e 822 internazionali, registrando un indice di puntualità pari all’84,1% per i voli in partenza, e dell’84,6% per quelli in arrivo. Il coefficiente di riempimento si è attestato al 57%, un tasso “in linea con il settore e superiore alle aspettative”, sottolinea la nota di Ita Airways. Bene anche l’andamento delle vendite, che, nella sola settimana dal 18 al 23 ottobre 2021, ha superato di oltre il 50% i target prefissati.
«Vogliamo guadagnarci sul campo il titolo di compagnia aerea di bandiera italiana, la mentalità è quella della startup che tramite la flessibilità vuole partire con la dimensione giusta (la flotta conta al momento 52 aeromobili, ndr) per poter accelerare o rallentare in base all’evoluzione del mercato», ha sottolineato il ceo, Fabio Lazzerini. La discontinuità chiesta dall’Europa, però, sembra aver trovato terreno fertile nel modello di comunicazione, meno ingessato e più sfrontato, del presidente Alfredo Altavilla che nelle settimane precedenti ha imposto il suo “metodo” criticando il sistema di finanziamento regionale alle low cost, accusando le rigidità dei sindacati nella trattativa sui nuovi contratti, e giocando un durissimo braccio di ferro con Alitalia in a.s. sulle quotazioni dei servizi e del brand.
Metodo che ha ricalcato durante la presentazione ufficiale: «Abbiamo deciso di partecipare al bando per il marchio Alitalia perché ha una storia che vogliamo rispettare, condividere e far evolvere; e l’acquisto fa parte di un’operazione che serve a mantenere in vita la gestione commissariale di Alitalia – aveva detto – Mentre Ita Airways non nasce per essere un operatore stand alone, entro la fine 2022 dovrà stare dentro un’alleanza» perché «mantenendo i due hub di Fiumicino e Linate non possiamo più essere solo esportatori di viaggiatori verso gli hub internazionali degli altri».
Un metodo Altavilla che ha scelto anche di sacrificare i voli in continuità territoriale verso la Sardegna – assegnati a Volotea – e che ha escluso, per ora, l’Isola dal network di Ita. «Ho deciso di non inseguire una proposta di ribasso del 42%[5], sarebbe stato un modo poco sostenibile e serio per iniziare. Ci guida la redditività economica e dobbiamo dimostrare che siamo attenti all’uso del capitale pubblico. Ho già respinto le richieste della politica a volare su alcune rotte».
Oltre all’immagine della nuova Ita Airways, quindi, c’è anche del “metodo” che segna una nuova rotta in attesa che fatti e numeri[6] giustifichino il clima di positività e fiducia: le stesse sensazioni che trasmette il video della campagna di comunicazione con la bambina Aurora che vede il mondo per la prima volta, e il claim “Per ogni fine c’è un nuovo inizio”. L’ennesimo e, magari, quello giusto.
L’ULTIMO NUMERO DE L’AGENZIA DI VIAGGI MAGAZINE: “LA METAMORFOSI”[7]
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