C’era una volta super Ryanair: utili dimezzati

C’era una volta super Ryanair: utili dimezzati
22 Luglio 11:20 2024 Stampa questo articolo

Non solo Lufthansa. Primo trimestre dell’anno in chiaroscuro anche per Ryanair. Reduce dalla vittoria in tribunale contro Booking e pur registrando oltre 50,5 milioni di passeggeri, pari a un +10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la low cost irlandese ha fatto segnare meno utili: 360 milioni di euro, in forte calo rispetto ai 663 milioni del 2023. Una débâcle dovuta sia al fatto che le partenze per le festività di Pasqua sono “slittate” al trimestre successivo, sia perché sono state mantenute molto basse le tariffe lanciate sul mercato.

Nonostante questi risultati non certo entusiasmanti, il ceo di Ryanair Michael O’Leary ricorda che «Ryanair è oggi la compagnia aerea numero uno in Europa per Esg, ovvero performance di sostenibilità. I nostri nuovi aerei e il crescente utilizzo di Saf hanno fatto di Ryanair una delle principali compagnie aeree più efficienti dal punto di vista ambientale dell’Ue».

«Durante il primo trimestre – spiega O’Leary – abbiamo preso in consegna 10 B737-8200 “Gamechanger” (4% di posti in più, 16% in meno di carburante e Co2) e abbiamo continuato ad adattare le alette alla nostra flotta di B737NG (obiettivo 409 entro il 2026), riducendo il consumo di carburante dell’1,5% e rumore del 6%. Ad aprile abbiamo esteso la nostra partnership con il Sustainable Aviation Research Centre (“Tcd”) del Trinity College di Dublino fino al 2030. La struttura del Tcd supporta l’accelerazione dell’implementazione della Saf e finanzia importanti ricerche non legate alla Co2».

Ma O’Leary non risparmia una stoccata a Bruxelles evidenziando che «la legislazione europea recentemente proposta che limita il monitoraggio dell’impatto non-Co2 del trasporto aereo ai soli voli intra-Ue ed esenta ancora una volta i voli a lungo raggio, che rappresentano la maggior parte delle emissioni del trasporto aereo dell’Ue,  è semplicemente indifendibile e mina l’agenda verde e la credibilità dell’Ue».

Il ceo di Ryanair conclude la sua requisitoria con due esplicite richieste: «Chiediamo alla Commissione europea di adottare il principio “chi inquina paga” e di porre fine all’indifendibile esenzione dei voli inquinanti a lungo raggio provenienti dall’ambiente Ue. Così come è urgente una riforma a lungo ritardata sul sistema di controllo aereo europeo: negli ultimi 10 giorni di giugno abbiamo subito un significativo deterioramento della capacità degli Atc europei, che ha causato numerosi ritardi e cancellazioni di voli, in particolare sui voli mattutini. La riforma deve partire da un’adeguata dotazione di strumenti innovativi a disposizione del personale dei servizi Atc europei, che possano così proteggere i sorvoli durante gli scioperi nazionali, generando così un netto miglioramenti ambientale rivoluzionari dei viaggi aerei dell’Ue».

Riguardo all’immediato futuro, O’Leary ha sottolineato: «Quest’estate opereremo il nostro programma più ampio di sempre con oltre 200 nuove rotte (e 5 nuove basi), poiché offriamo la massima crescita tariffaria bassa possibile per i nostri passeggeri e i nostri partner aeroportuali. Abbiamo lanciato una nuova base a Tangeri e, a seguito della recente decisione della Calabria di abolire la tassa comunale nei suoi aeroporti regionali, baseremo un secondo aereo sia a Reggio Calabria  che a Lamezia».

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