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Chi farà volare Kiev?
Un affare chiamato Ucraina

ucraina

Finché c’è guerra c’è speranza, titolava un vecchio e lungimirante film – diretto e interpretato da Alberto Sordi – sul business dei conflitti. Ma la speranza di fare affari riguarda anche gli eventi post bellici: chi arriva prima, di solito, banchetta più a lungo.
Lo sa bene Michael O’Leary, l’amministratore delegato di Ryanair, che già guarda alla fine del conflitto in Ucraina e scommette su un mercato da 40 milioni di potenziali passeggeri. Non sarà solo, però, in questa caccia all’affare.

SPINTA PER LA PACE

Dopo tre anni di guerra, gli Stati Uniti stanno ora spingendo per un accordo per porre fine al conflitto, a ogni costo. Lo si è visto con la discussione in diretta mondiale tra il presidente Donald Trump e l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky. Dieci giorni e varie minacce dopo, gli Stati Uniti credono che l’Ucraina sia pronta «a voltare pagina», in vista dei negoziati tra le due parti previsti in Arabia Saudita. Per questo, le compagnie aeree stanno già lavorando per farsi trovare pronte.

Prima che il presidente Putin ne ordinasse l’invasione, l’Ucraina era uno dei mercati più promettenti per Ryanair e Wizz Air. Le due compagnie low cost stavano rafforzando la propria presenza nelle destinazioni in rapida crescita dell’Europa orientale, dopo la pandemia di Covid-19, trasformandosi nei due principali vettori non nazionali dell’Ucraina.

LE MOSSE DI WIZZ AIR

«Nei prossimi 12 mesi, prenderò in consegna 50 nuovi aeromobili da Airbus», ha affermato l’amministratore delegato di Wizz, Jozsef Varadi, a Bloomberg. Il ceo ha poi specificato che la sua compagnia aerea intende tenere 40 nuovi aerei di base in Ucraina e introdurre 150 rotte nell’arco di tre anni, al termine dei quali la capacità annuale aumenterà fino a 15 milioni di posti, in linea con i suoi mercati in Polonia e Romania. La compagnia è entrata nel mercato ucraino nel 2008, mentre Ryanair è arrivata 10 anni dopo, rafforzando la sua presenza regionale con le recenti espansioni in Polonia e Croazia. Wizz Air punta a una quota del 40% del mercato ucraino, ora considerato una grande opportunità.

Ryanair, Wizz e un concorrente regionale più piccolo, airBaltic, promettono di investire nella ripresa post bellica del Paese e di portare in Ucraina aerei ed equipaggi. Avranno il vantaggio di muoversi rapidamente, mentre il concorrente locale, Ukraine International Airline – il principale vettore prima della guerra – avrà bisogno di tempo per far ripartite la sua flotta.

STRATEGIA AIRBALTIC

airBaltic, nel frattempo, ha inaugurato nei mesi scorsi una nuova connessione regionale tra Riga, in Lettonia, e Rzeszów, in Polonia. Secondo la compagnia aerea lettone, questo collegamento rappresenta un’opzione in più per gli ucraini, dato che l’aeroporto di Rzeszów è l’aeroporto polacco più vicino al confine e, per questo, snodo cruciale per le persone in viaggio tra l’Ucraina e altri Stati europei. Da Rzeszów, infatti, possono volare con airBaltic verso città come Vilnius, Tallinn, Oslo, Helsinki, Copenhagen e Stoccolma. «Siamo felici di offrire questa nuova rotta conveniente tra Riga e Rzeszów», ha detto Martin Gauss, presidente e amministratore delegato di airBaltic.

«Questa nuova destinazione rafforzerà ulteriormente la posizione di airBaltic nella regione, offrendo un collegamento migliore per i viaggiatori di Polonia e Ucraina». Già lo scorso ottobre, Gauss rimarcava che la sua compagnia aerea è pronta a volare in Ucraina: «Possiamo farlo già stanotte, se in condizioni di sicurezza. Volerei pure con l’aereo vuoto, se potessi poi vendere i biglietti e ripartire».

TESTA A TESTA LOW COST

Nel 2019, l’ultimo anno regolare di viaggi aerei prima del Covid-19, Wizz Air deteneva il 13% del mercato ucraino, Ryanair il 7%, Ukraine Inter- national quasi il 40%, secondo i dati di Goodbody Aviation. L’analista Dudley Shanley prevede che Wizz e Ryanair possano aggiungere circa 1 milione di posti ciascuno alla capacità annuale pre Covid in Ucraina, entro sei mesi. L’aumento della capacità andrebbe a vantaggio dei piani di ottimizzazione della rete del vettore irlandese in attesa di nuovi aeromobili, mentre la riapertura dell’Ucraina si incastrerebbe con gli obiettivi di espansione dell’ungherese Wizz.

Un ostacolo per entrambi è la mancanza di aerei. Wizz Air ha temporaneamente messo a terra parte della sua flotta della famiglia A320 per problemi ai motori Pratt & Whitney, mentre Ryanair ha tagliato gli obiettivi di crescita a causa dei lunghi ritardi nelle consegne di Boeing. Le difficoltà ad accrescere la propria capacità sono state evidenziate da Andrea Lobbenberg, analista di Barclays, che però ha detto di aspettarsi che «entrambe le compagnie aeree» considereranno l’Ucraina come «un’opportunità troppo importante per lasciarsela sfuggire».

IL PIANO DI O’LEARY

Ryanair prevede di iniziare a vendere biglietti per l’Ucraina una volta riaperto lo spazio aereo e poi di far partire i voli sei settimane dopo, secondo quanto affermato dall’amministratore delegato, Michael O’Leary, il mese scorso, durante un’intervista rilasciata all’Independent. «Ci vorranno circa sei settimane. Ci saranno flussi di traffico enormi anche nei primissimi giorni per il ricongiungimento di amici e famiglie», ha detto O’Leary, che vuole rispettare l’impegno, preso nell’estate 2023, di essere la prima compagnia a volare di nuovo verso Kiev e Leopoli. Proprio nell’estate di due anni fa, O’Leary andò in Ucraina a presentare il suo piano, lodando l’aeroporto di Kiev-Boryspil «per la sua professionalità». «Ci auguriamo – disse – di poter riunire queste famiglie grazie ai collegamenti a tariffe ridotte di Ryanair verso i principali aeroporti ucraini, non appena sarà possibile farlo in tutta sicurezza. I collegamenti a tariffe economiche di Ryanair saranno fondamentali per la ricostruzione e la ripresa dell’economia ucraina». Inoltre, Ryanair prevede di aprire voli nazionali giornalieri tra Kiev, Leopoli e Odessa non appena gli aeroporti saranno in grado di gestirli. Nei primi 12 mesi dopo la fine della guerra, Ryanair prevede di offrire una capacità di 5 milioni di posti da/per e all’interno dell’Ucraina, che diventerebbero oltre 10 milioni nell’arco di 5 anni, con 30 aeromobili messi di base in Ucraina.

O’Leary pensa a un piano di investimenti di oltre tre miliardi di dollari, non appena l’Easa, l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea, avrà annunciato che sarà possibile volare in Ucraina. Il progetto della low cost irlandese è chiaro: collegare Kiev e Leopoli a circa 24 città in tutta Europa, Regno Unito compreso, dato che «ci sono circa 14 milioni di ucraini sparsi in tutta Europa, che non vedono parenti e amici da tre anni». «Abbiamo una reputazione fantastica negli ex Paesi comunisti. Amano tutti Ryanair. Ci vedono un po’ come McDonald’s. Siamo come un brand americano figo», ha detto O’Leary. Ci vorrà invece più tempo per rivedere operativo l’aeroporto di Odessa.

«DOBBIAMO ESSERE PRONTI»

L’Ucraina ha chiuso l’intero spazio aereo il 24 febbraio 2022 e, da allora, gli aeroporti sono stati in parte danneggiati, ma hanno lavorato per tenersi al passo con le certificazioni e la formazione, ha riferito UkSatse, società che fornisce servizi di traffico aereo in Ucraina. Sono anche rimasti in contatto con le compagnie aeree. L’aeroporto di Kiev-Boryspil, il principale del Paese, ha continuato a pagare il personale e a effettuare regolarmente la manutenzione delle attrezzature, tra cui scale mobili e nastri trasportatori per i bagagli. Si prevede una domanda latente di voli commerciali e cargo verso l’Ucraina, una volta terminati i combattimenti. «Ogni giorno ci prepariamo per il possibile inizio delle operazioni», ha affermato Sergiy Khyzhnyak, direttore commerciale e strategico di Kiev-Boryspil. «Dobbiamo essere pronti».

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