by Claudia Ceci | 10 Gennaio 2022 10:47
La crisi dettata dalla pandemia mette a serio rischio tutto il turismo romano. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, affiancato dall’assessore al Lavoro Claudia Pratelli e dall’assessore al Turismo Alessandro Onorato, chiede aiuto al governo.
Tra i casi emblematici di questo periodo, quello dello Sheraton Roma Hotel & Conference Center, chiuso dal marzo 2020 e in piena ristrutturazione, che ha aperto la procedura di licenziamento per 164 dei 166 dipendenti, dopo quasi due anni di cassa integrazione.
Situazione simile a quella dei dipendenti dell’Hotel Majestic[1] di via Veneto, dove si prevedono 47 licenziamenti e c’è chi parla di vendita della struttura.
Ma non sono solo gli alberghi a essere toccati dalla crisi: nel mirino ci sono tour operator, agenzie di viaggi, guide turistiche, aziende dei grandi eventi, ristorazione, servizi al turismo, taxi, Ncc, aziende di pulizie, lavanderia e manutenzione.
L’assessore Pratelli parla di rischio di 8.000 licenziamenti. «Roma non si può permettere 8000 licenziamenti – dice – Questi i numeri cui la capitale rischia di andare incontro, secondo le stime dall’ente bilaterale Turismo per i prossimi mesi, a fronte della pesante crisi in atto. Alcuni tra i più grandi alberghi hanno aperto procedure di licenziamento collettivo e decine di altri di medie e piccole dimensioni si stanno già muovendo nella stessa direzione: il rischio di licenziamenti collettivi o individuali plurimi del personale si fa concreto e molto preoccupante».
Onorato sottolinea: «L’elenco delle aziende sull’orlo della chiusura è drammaticamente lungo. Il tessuto economico romano rischia di non superare la pandemia».
Il Campidoglio si appella al governo e il sindaco chiede l’immediata apertura di un tavolo per definire un sostegno immediato al comparto turistico colpito dalla recrudescenza della pandemia.
«La riforma degli ammortizzatori varata dal ministro Orlando è positiva e importante, ma per le città d’arte è necessaria una reintroduzione temporanea della cassa Covid – dichiara Roberto Gualtieri – Sappiamo che il ministro Garavaglia e il governo stanno definendo i criteri per l’allocazione dei 700 milioni che la legge di bilancio ha stanziato prudenzialmente per misure straordinarie di sostegno. Ci aspettiamo che almeno una parte di queste risorse siano destinate a un nuovo ciclo di cassa Covid gratuita per alberghi e agenzie di viaggi delle città d’arte, e che a loro volta queste aziende non procedano con i licenziamenti annunciati. Molto utile anche un consiglio comunale straordinario col governo per affrontare il tema del sostegno e del rilancio del comparto».
«Roma paga il prezzo più alto – aggiunge Onorato – 350 sono gli alberghi romani chiusi temporaneamente da marzo 2020, alcuni rischiano di non riaprire e sono migliaia i lavoratori che potrebbero perdere definitivamente il lavoro. C’è bisogno di un intervento straordinario del governo Draghi. Ci appelliamo alla sensibilità del premier e chiediamo la convocazione di un consiglio comunale straordinario alla presenza del ministro del turismo Garavaglia e di quello del lavoro Orlando. Roma da sola non ce la può fare».
Massima attenzione e tutele per i lavoratori del turismo sono state chieste dai sindacati.
Anche Federalberghi Roma condivide la forte preoccupazione espressa dagli assessori Onorato e Pratelli, per le annunciate chiusure di alcuni hotel e appoggia con forza la richiesta di convocare con urgenza un consiglio comunale straordinario alla presenza dei ministri del Turismo e del Lavoro per fronteggiare il drammatico evolversi dei risvolti occupazionali della crisi Covid sul settore.
«La recente chiusura di alcuni grandi alberghi, che sta determinando la perdita del lavoro per circa 300 famiglie tra occupati diretti e indiretti, è solo la punta di un iceberg: il turismo romano è ormai in cortocircuito e sono migliaia i lavoratori a rischio – dice il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli – Come da noi annunciato da tempo, sta irreversibilmente montando un’ondata di piena di licenziamenti nel settore alberghiero, e non solo, che va immediatamente arginata ripristinando con effetto retroattivo la cassa integrazione Covid non rinnovata il 31 dicembre scorso e sostenendo le aziende in affitto con il credito di imposta e quelle di proprietà con la sospensione della seconda rata Imu.
L’associazione ricorda che “da marzo 2020 sono chiusi 350 dei circa 1.280 hotel romani, ma a fronte della recrudescenza dei contagi e della sospensione degli aiuti governativi a lavoratori e imprese decine di altri sono ormai sul punto di interrompere l’attività”.
«Roma è l’epicentro del cataclisma – ribadisce Roscioli – Veniamo giornalmente contattati da nuove imprese che ci chiedono come effettuare le procedure di chiusura, per questo appoggiamo pienamente l’iniziativa, nell’auspicio che le istituzioni raccolgano subito il nostro grido di aiuto e fermino un’escalation negativa che sta ormai travolgendo il comparto portante dell’economia cittadina e il suo estesissimo tessuto occupazionale».
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