by Roberta Moncada | 27 Gennaio 2021 7:00
Sarà un Capodanno lunare decisamente al di sotto delle aspettative, per gli operatori turistici del Dragone, quello che si celebrerà dall’11 al 17 febbraio in Cina. Quest’anno infatti, gli attesi festeggiamenti della più importante festività dell’anno – conosciuta anche come “Festa di Primavera” – saranno molto ridimensionati a causa della recrudescenza del coronavirus che nei primi giorni di gennaio, ha fatto registrare focolai in alcune province del Paese, dopo mesi in cui la situazione sembrava essersi stabilizzata.
E nonostante, in rapporto alla popolazione di più di 1,3 miliardi di persone il numero dei nuovi contagi sia ancora piuttosto basso (poche centinaia al giorno), le autorità hanno da subito implementato forti misure anti contagio.
Non soltanto un lockdown e lo stato d’emergenza per più di 22 milioni di persone nelle province interessate, ma anche tamponi di massa, contact-tracing, innalzamento dei controlli in tutto il Paese, e, soprattutto, l’invito a tutta la popolazione a “non mettersi in viaggio, se non strettamente necessario”.
Una cattiva notizia per il comparto turistico del Paese, che dopo un capodanno 2020 rovinato dallo scoppio della pandemia, sperava quest’anno di tornare ai livelli del 2019, almeno per quanto riguarda il turismo domestico.
Wang Xiuchun, alto funzionario del ministero cinese dei Trasporti, ha dichiarato ad una conferenza stampa la scorsa settimana che si prevede saranno circa 40 milioni al giorno i viaggi registrati nel periodo che va dal 28 gennaio all’8 marzo (i festeggiamenti ufficiali coprono infatti un periodo totale di circa 40 giorni, ndr). Cifre che alle nostre latitudini, e in particolare in un periodo così negativo per il turismo, sembrano astronomiche, ma che – nonostante un aumento del 10% rispetto al 2020 – mostrano comunque un calo di oltre il 40% rispetto al 2019. E potrebbero calare ancora di più con il peggiorare della situazione epidemica.
Tradizionalmente, sono milioni le persone che in questo periodo dell’anno si spostano dentro e fuori dal Paese, contribuendo a quella che viene spesso definita “la più grande migrazione umana al mondo”. Molti di loro sono lavoratori migranti che tornano nei loro villaggi d’origine per stare con le famiglie, ma tanti altri – sempre di più, a dire il vero – approfittano delle lunghe vacanze per fare dei viaggi di piacere.
Per evitare che questi spostamenti di massa favoriscano il propagarsi del contagio, quindi, oltre a rivolgere accorati appelli ai cittadini affinché limitino il più possibile gli spostamenti, il governo ha chiesto a chiunque abbia intenzione di spostarsi tornando nelle campagne, di effettuare un tampone al massimo 7 giorni prima della partenza, e rispettare le due settimane di quarantena.
Ma non solo: molte amministrazioni locali e aziende, stanno implementando misure di incentivi come voucher, buoni sconto, biglietti per il cinema ed extra in busta paga fino ad 8 mila yuan a testa, per convincere cittadini e/o dipendenti a non partire durante le feste.
Anche in questa situazione, però, il mercato del travel cinese sta dimostrando una grande capacità di adattamento. Secondo un recentissimo report della ota Ctrip, i cinesi non rinunceranno del tutto alle vacanze, ma opteranno piuttosto per una staycation, o per viaggi vicino il luogo di residenza, effettuando visite a musei locali, giardini botanici, zoo, parchi a tema, e a soggiorni in zone termali.
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