Cina, il governo crede nel travel: video intervista a Mr Kexiong

29 Maggio 15:15 2024 Stampa questo articolo

In Cina si vedono aumentare i turisti stranieri, anche se per adesso le attrazioni in tutto il Paese sono affollate soprattutto dagli stessi cinesi. A Pechino, comunque, per visitare la Città proibita o qualunque monumento, è necessario prenotare almeno due settimane prima.

In occasione della Conferenza per lo sviluppo del turismo inbound di Pechino, L’Agenzia di Viaggi Magazine ha intervistato Zhang Kexiong, general manager del Cits, China International Travel Service, l’agenzia governativa che si occupa proprio della promozione turistica.

Qual è la situazione di Pechino? La ripresa ha già raggiunto i numeri pre-pandemici?
«Vediamo una crescita continua anche per il turismo che arriva dall’Italia. Ma non siamo ancora ai livelli del 2019, quando venivano davvero molti italiani. Oggi siamo a circa il 40% di ripresa delle presenze italiane. Numeri in crescita anche grazie alla politica dell’esenzione del visto per alcuni Paesi, compreso il vostro, se il soggiorno non supera i 15 giorni».

Voi continuate a promuovere il turismo ma le vostre località d’interesse sono già molto affollate, anche se si tratta soprattutto di turismo interno. Non c’è il rischio, per una città come Pechino, di soffrire il cosiddetto overtourism, con un eccesso di presenze che rischiano di renderla invivibile come sta succedendo in molte città italiane?
«Conosco il problema. Sono stato in Italia diverse volte e mi sono reso conto della gran quantità di turisti che affollano soprattutto città come Firenze o Roma. Noi puntiamo sull’organizzazione. La capitale è molto grande, 16.400 chilometri quadrati, e le cose da vedere sono tante. Per qualunque monumento è necessario prenotare. Così i flussi vengono distribuiti e si riescono a gestire anche le grandi masse».

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Giampiero Moncada
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