Cina, low cost e big data. Così cambierà l’aviazione
Sarà la Cina uno dei fattori destabilizzanti dell’industria aeronautica dei prossimi anni. A dirlo è Peter Harbison, executive chairman di Capa (Centre for Aviation) che nel corso dell’Airline Leader Summit svoltosi a Dublino nel corso di questa settimana, ha messo in luce come proprio la crescita esponenziale del traffico da e per il Paese asiatico contribuirà in modo inequivocabile e cambiare le regole del gioco dell’aviation industry.
«La Cina sta diventando una voce sempre più importante, e lo sarà ancora di più in futuro, soprattutto nel campo della regolamentazione dei diritti di traffico tra una nazione a l’altra», ha proseguito Harbison.
Gli altri elementi disrupting del prossimo futuro, secondo Capa, riguarderanno invece lo crescita dei vettori del Golfo, la continua proliferazione della low cost, la gestione dei big data e la formazione di partnership tra compagnie.
Tra i trend più importanti degli ultimi tempi, ha ricordato l’analista, ci sono la formazione di joint venture e di partnership commerciali internazionali (ad esempio, la cooperazione transatlantica tra United, Air Canada e Lufthansa), così come le partecipazioni azionarie in vettori di altri Paesi. Esattamente come ha fatto Etihad Airways con airberlin, Air Serbia e Jet Airways.
E poi, la questione dei big data. Citando i casi di Amazon, Facebook e Google, Harbison ha predetto che il business di vendere biglietti cambierà in modo “drammatico” negli anni a venire. Il motivo? Aziende extra-aviation come le big three appena citate continueranno ad investire nella raccolta di dati e in tecnologia rivolta al consumatore. Sottraendo quindi a compagnie aeree, gds e ota l’esclusiva del booking.