Cina, otto ore a Shanghai tra grattacieli e giardini. Lo stopover diventa viaggio con Trip.com

30 Agosto 12:47 2024 Stampa questo articolo

Visitare Shanghai in poche ore, sfruttando nel modo migliore un lungo scalo all’aeroporto internazionale di Pudong, con un tour di transito gratuito che pensa proprio a tutto. Dal trasporto in bus ai biglietti per le attrazioni visitate, dall’assistenza di una guida turistica anglofona a una scheda e-Sim per essere subito connessi. Si può fare grazie a Shanghai Express, l’iniziativa lanciata da Trip.com Group che trasforma un altrimenti noioso layover di almeno otto ore in un’occasione di scoperta della caleidoscopica metropoli cinese. Senza doversi preoccupare di capire dove andare, come muoversi o farsi intimorire dal fatto di non conoscere il mandarino. E con la garanzia di essere riportati in aeroporto in tempo per imbarcarsi sul volo successivo.

Tre gli itinerari disponibili in altrettante fasce orarie – “Principali attrazioni di Shanghai” al mattino, “Passeggiata per la città” al pomeriggio e “Crociera con vista sul fiume Huangpu” la sera, – aperti a tutti i viaggiatori internazionali idonei al visto di transito gratuito cinese per 72/144 ore o con un permesso di ingresso temporaneo di 24 ore. Certo, si tratta solo di un assaggio di quanto la seconda città più popolata della Cina ha da offrire, ma sufficiente per farsi conquistare da una delle mete turistiche più ambite del Dragone, e magari poi decidere di tornare per una visita più prolungata in futuro.

Durante il nostro soggiorno nella metropoli per seguire la Global Partner Conference Envision 2024 di Trip.com Group abbiamo avuto l’opportunità di partecipare al tour pomeridiano, dedicato alla scoperta della storia urbana di Shanghai, dalle origini agli anni ruggenti del secolo scorso, quando era conosciuta come la Perla d’Oriente.

IL SUBLIME GIARDINO DEL MANDARINO YU

Punto di partenza non poteva che essere uno dei tesori storici di questa città che sembra più che mai proiettata verso il futuro: il Giardino del Mandarino Yu. Un superbo esempio di giardino classico cinese esteso su oltre due ettari con un labirinto di padiglioni, laghetti, ponti, corridoi immersi tra piante e alberi secolari. Un’inaspettata oasi di pace e serenità, incastonata tra i grattacieli del distretto di Huangpu, alla quale si accede percorrendo l’iconico Ponte delle Nove Svolte, sospeso su un lago popolato da una miriade di vivaci carpe koi.

Varcare il portale in pietra del Giardino del Mandarino Yu è come fare un salto temporale di quasi cinque secoli per ritrovarsi all’epoca della dinastia Ming, quando fu fatto costruire da un ricco dignitario affinché l’anziano padre potesse trascorrervi la vecchiaia circondato da tranquillità e bellezza. E di bellezza ce n’è ovunque in questo esempio sublime di architettura tradizionale cinese, dove ogni edificio, ogni angolo rivela nuove prospettive, intrise di significati simbolici profondi. Come, per esempio, la rappresentazione di montagne e corsi d’acqua, simboli di stabilità e prosperità.

Il percorso di visita si snoda attraverso le sei aree scenografiche che compongono il sito, separate da “muri del drago” dalle creste ondulate culminanti in teste di drago, dove sono disseminati i padiglioni dai tradizionali tetti a pagoda che esibiscono la maestria artigianale e l’attenzione ai dettagli tipiche delle dinastie imperiali. Cuore del complesso è il grandioso Giardino Roccioso incentrato sulla Grande Roccia, un enorme masso poroso del peso di oltre duemila tonnellate, su cui affaccia uno dei padiglioni più lussuosi e rappresentativi, quello che veniva utilizzato per ricevere gli alti dignitari e proclamare gli annunci imperiali. Anche se il vero gioiello del giardino è la Yu Linglong, la Roccia di Giada Squisita, un’enorme scultura naturale di pietra pregiata di oltre 3 metri d’altezza.

L’ELEGANZA DI WUKANG ROAD

Dalla Cina imperiale facciamo un salto ideale di una manciata di secoli e reale di una decina di chilometri, spostandoci verso il distretto di Xuhui, dove in passato si estendeva la Concessione Francese, una delle molte enclave europee create nell’800 per favorire il commercio e stabilire una presenza coloniale in Cina. Fra tutte, quella Francese si distingueva per il suo stile elegante e cosmopolita, tanto da diventare un polo di attività culturali, commerciali e residenziali. Splendide dimore in stile europeo, edifici coloniali e villini circondati da giardini ben curati raccontano di un’epoca di influenze internazionali e di glamour europeo e rappresentano la migliore testimonianza del periodo in cui Shanghai era conosciuta come la “Parigi d’Oriente”.

Molto più di un semplice quartiere storico, le sue strade alberate punteggiate da caffè, ristoranti, gallerie d’arte, sale da the e boutique di moda, mescolano tuttora un’eleganza di stampo europeo con il dinamismo e la modernità di Shanghai, aprendo una finestra su un’epoca di transizione e di crescita urbana che ha contribuito a plasmare la città moderna che conosciamo oggi.

Emblema di quel periodo è Wukang road. Conosciuta in passato anche come route Ferguson, più di ogni altra strada con la sua atmosfera e gli oltre trenta edifici storici presenti tramanda l’essenza di quell’epoca. Per questo nel 2011 è stata riconosciuta come una delle strade storiche e culturali nazionali della Cina. Tra lussuose residenze private e sedi di rappresentanza di grandi aziende cinesi, l’edificio più famoso è senza dubbio Wukang Mansion, un condominio in mattoni rossi di sette piani posto all’angolo di Huaihai road, che ricorda il Flatiron Building di New York.

Costruito a inizio Novecento in uno stile neo-rinascimentale francese per ospitare i dipendenti occidentali di aziende con sede nelle concessioni estere, fu il primo palazzo in città a essere dotato di verande esterne. A metà del secolo scorso e fino alla Rivoluzione Culturale è stato uno degli indirizzi più ambiti di Shanghai, residenza di attori, registi e celebrità varie che contribuirono ad accrescerne la fama.

LO SPETTACOLO DEL BUND

Risale al periodo coloniale anche il Bund, originariamente chiamato Waitan, riva esterna, sorto quando la città divenne uno dei porti più importanti dell’Estremo Oriente e banche, compagnie di navigazione e imprese occidentali facevano a gara per aprire sedi prestigiose sulla riva sul fiume Huangpu. Quegli imponenti palazzi in stile neoclassico, neobarocco, neogotico e art déco ospitano oggi boutique di lusso, hotel e i locali più cool, mentre il Bund continua a offrire uno dei panorami più spettacolari della città. Solo la prospettiva è cambiata. Ora gli sguardi sono sempre più rivolti verso la skyline scintillante di Pudong, sull’altra sponda del fiume Huangpu, dove brilla il futuro di Shanghai.

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L'Autore

Maria Grazia Casella
Maria Grazia Casella

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