Gli agenti di viaggi Iata possono usare le proprie carte di credito, o metodi alternativi di pagamento per saldare la biglietteria aerea, previa esplicita autorizzazione delle singole compagnie aeree, con le quali si stipula un accordo di servizio. È questa la principale modifica apportata alla Risoluzione 890, in merito alle Customer Card Sales Rules, in vigore a livello mondiale dal 1° marzo 2018 e che interessa i mercati previsti dalla Risoluzione 800, 812 e 818g. Un cambiamento approvato a novembre 2017 dalla Passenger Agency Conference (PaConf) e comunicata alle adv italiane con una circolare dello scorso 28 febbraio.
La mossa rientra nel pacchetto di risoluzioni che prevede sia l’implementazione del NewGen Iss, che dopo la Norvegia ha visto la migrazione nel sistema anche di Paesi come Finlandia, Svezia, Canada e Danimarca e arriverà da noi nel 2019, sia della Trasparency in Payments. Introdotta progressivamente in tutti i Bsp sempre da marzo, la Tip vuole garantire ai vettori più controllo in fase di riscossione dei proventi derivanti dalle vendite concretizzate attraverso il canale delle agenzie di viaggi, oltre che gestire la politica di consenso delle aerolinee riguardo al metodo di pagamento utilizzato per effettuare le transazioni.
Con un quadro del genere, sarebbero due gli aspetti da considerare: da un lato il complicato e talvolta macchinoso rapporto tra i soggetti (agenti e vettori) per ottenere il via libera; dall’altro i costi elevati legati alle commissioni e sostenuti dalle compagnie quando l’agente salda con la business card o addirittura con quella virtuale. Qui, una domanda su tutte: anche in Italia potrebbe verificarsi quello che già Air Europa fa in Spagna dal 26 marzo? Ovvero applicare un sovrapprezzo alle agenzie che pagano con carta di credito aziendale (Visa, Mastercard e American Express), non prevedendola invece per chi regola i conti con quella personale.