Clia, le risposte delle crociere all’overtourism

by Redazione | 2 Ottobre 2024 15:47

L’80% dei viaggiatori mondiali si concentra in appena il 10% delle destinazioni turistiche, ma le situazioni di sovraffollamento si verificano solo dove i flussi non sono pianificati.

Clia, l’associazione internazionale che rappresenta le compagnie crocieristiche, nel Mediterraneo ha trovato soluzioni concrete per la gestione dei flussi a Dubrovnik in Croazia, Corfù e Creta in Grecia, Kotor in Montenegro. E accordi simili sono in via di esecuzione anche in altre destinazioni grazie alla capacità di pianificazione degli itinerari delle crociere e al costante dialogo con le comunità locali.

È ciò che emerge dal Policy Briefing organizzato il 2 ottobre a Roma proprio da Clia alla presenza del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, dei vertici delle principali compagnie, dei rappresentanti dei porti italiani e dei maggiori esperti del settore. Il ministro ha ricordato che «non bisogna combattere il turismo, ma lavorare insieme con le crociere per regolamentare i flussi».

Poi, Filippo Gozzi di McKinsey ha illustrato il report “The State of Tourism and Hospitality 2024”, in cui si prevede che il turismo mondiale entro fine 2024 dovrebbe raggiungere 1,5 miliardi di persone, per un giro d’affari di 8.600 miliardi di dollari pari al 9% del Pil globale, con prospettive future di crescita stabile. Lo studio riflette anche sul tema di quanto le destinazioni siano “pronte” ad accogliere la crescente domanda turistica e paragona quanto accade in diverse città del mondo. Secondo il report la destinazione con il maggior numero di pernottamenti per chilometro quadrato al mondo è Dubrovnik. Proprio nella città croata le compagnie hanno scaglionato gli arrivi delle navi durante la settimana grazie a un “Memorandum of Understanding” definito “decisivo” dal sindaco di Dubrovnik, Mate Franković, che ora vorrebbe replicare lo stesso accordo in altri ambiti.

«Le crociere rappresentano meno del 2% del turismo mondiale, ma il settore lavora continuamente sulle best practices, basandosi sulla pianificazione e sulla collaborazione con le autorità locali. Sono numerosi i casi di itinerari fuori stagione e fuori picco organizzati con l’obiettivo di destagionalizzare – ha detto Francesco Galietti, direttore Clia Italia – Inoltre, in alcuni casi come per esempio Venezia, dove gli sbarchi dei crocieristi sono meno di un terzo di quelli del 2019 mentre i flussi complessivi in entrata aumentano tanto da indurre a tasse e limitazioni, c’è la dimostrazione concreta che le crociere non impattano significativamente su situazioni di sovraffollamento turistico».

Il numero totale di passeggeri movimentati – imbarchi, sbarchi, transiti – nel 2024 in Italia dovrebbe essere di circa 14 milioni di passeggeri. «Il tasso di crescita previsto per il settore crocieristico nei prossimi anni è equiparabile a quello complessivo dei viaggi aerei, il 6% – ha spiegato Francesca Benati, ceo di Amadeus – tuttavia questa percentuale si calcola su circa 31,7 milioni di passeggeri unici nel primo caso e su 4 miliardi nel secondo. È evidente che i problemi futuri del sovraffollamento turistico non verranno dal settore crocieristico».

E Leonardo Massa, vice president Southern Europe di Msc Crociere, ha aggiunto: «Le crociere hanno, tra gli altri, due importanti vantaggi: permettono una programmazione anticipata dei flussi e favoriscono la destagionalizzazione, rendendo così le presenze più omogenee e più stabili nel corso dell’intero anno. Con evidenti benefici, economici e organizzativi, per le destinazioni dalle navi. Non è un caso che, ormai da oltre 15 anni, le crociere nel Mediterraneo siano diventate “normali” anche d’inverno, con decine di migliaia di turisti che visitano città come Genova, Civitavecchia, Napoli, Palermo e altre località del Tirreno anche in bassa stagione. Da quest’inverno, inoltre, per la prima volta anche la costa adriatica conoscerà un importante fenomeno di destagionalizzazione, grazie a crociere settimanali da Bari e da altri porti dell’Adriatico andranno alla scoperta di Grecia e Turchia. In questo modo, le presenze vengono “diluite” lungo tutti i mesi dell’anno, andando così a decongestionare la stagione estiva».

Alessandro Carollo, vicepresidente Royal Caribbean, ha ricordato che «gli orari di attracco delle navi sono stabiliti anche con 2 o 3 anni di anticipo, fornendo preziose informazioni per la pianificazione dei flussi. Il lavoro congiunto con i porti e le destinazioni consente di ottimizzare i movimenti dei passeggeri verso le città, mentre la cooperazione con gli operatori locali permette un’ottima gestione delle escursioni a terra organizzate dalle compagnie. Tutto ciò migliora l’esperienza dei nostri ospiti come anche delle comunità locali. Le iniziative di turismo collaborativo e sostenibile che la crocieristica sviluppa insieme a destinazioni, porti e a tutti gli altri stakeholder aiutano a preservare l’integrità, il patrimonio culturale e la bellezza delle destinazioni più preziose del mondo per le generazioni future».

Luigi Stefanelli, Southern Europe Region associate vice president di Costa Crociere, ha aggiunto in una nota: «Nel corso degli anni il settore delle crociere è riuscito a instaurare un rapporto di collaborazione molto costruttivo con le destinazioni, che ha portato valore alle comunità locali, creando posti di lavoro e stimolando l’economia attraverso la spesa diretta e indiretta. Senza dimenticare i numerosi progetti a carattere sociale e di sostenibilità che sono attivi. Inoltre, questa collaborazione ha permesso non solo di destagionalizzare l’offerta crocieristica, ma anche di differenziare le esperienze a terra offerte ai passeggeri, con visite a luoghi al di fuori dai circuiti turistici tradizionali. Oggi, le crociere garantiscono una esplorazione molto ricca e variegata delle destinazioni, con flussi ben programmati e organizzati che favoriscono il ritorno nelle stesse: infatti, sei crocieristi su dieci dichiarano di voler ritornare nei luoghi visitati».

Infine, ha concluso Antonio Preiti, amministratore delegato della Fondazione Roma & partners: «Civitavecchia è il primo porto croceristico italiano e fra i primi cinque del mondo. Nel 2024 raggiungerà i 3,5 milioni di crocieristi, con una crescita di 200mila unità in un solo anno. Lo sviluppo delle connessioni tra porto, aeroporto e centro di Roma potrà offrire un beneficio formidabile a ciascuno e all’intera città. Se paragonata a Barcellona, che nel 2023 ha avuto solo 250 mila passeggeri movimentati in più del porto crocieristico della capitale ma ha riscontrato evidenti problemi, è evidente che la gestione dei flussi a Civitavecchia presenta aspetti virtuosi».

La foto pubblicata è stata inviata dall’ufficio stampa di Clia

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