Climate change nel travel.
Nasce il pool anti-caldo
Un’altra lunga estate calda. Anzi, la più calda di sempre a livello globale. A certificarlo è il bollettino di Copernicus, servizio europeo sul clima basato sui dati di rianalisi Era5 che combinano miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche. Se l’estate 2023 si fregiava del primato, le temperature medie di stagione del 2024 l’hanno sorpassata. E lo stesso potrebbe valere per l’intero anno. È vero che sole e caldo nutrono l’immaginario dei vacanzieri; altrettanto vero è che condizioni estreme, come le temperature torride prolungate registrate in questi mesi (il cui risvolto della medaglia sono le pesanti alluvioni), sono ormai percepite come ulteriore fattore di rischio. E allora, c’è chi ha il compito di fotografare la situazione – Paese per Paese – dando informazioni utili a creare soluzioni su misura e mitigare i pericoli specifici. E chi in Europa dà vita a progetti per consentire viaggi confortevoli anche in piena estate.
SOS INTERNAZIONALE
Pubblicata lo scorso dicembre, la Risk Map 2024 di International Sos ha introdotto per la prima volta l’indicatore dei rischi legati al cambiamento climatico. La società che opera nella gestione dei rischi per la salute e la sicurezza – per fornire alle aziende, ai mobile worker e viaggiatori una valutazione dei rischi medico-sanitari e di security di tutti i Paesi del mondo – ha segnalato un notevole aumento di allerte legate a eventi climatici.
Sulla base dei rilievi sull’estate 2023, Fareed Ahmed, medical director di International Sos, spiegava: «Gli eventi di caldo estremo potrebbero diventare sempre più comuni. Oltre ad avere un impatto a livello fisico, il caldo estremo può esercitare effetti negativi significativi anche sulla salute mentale».
«EBOLLIZIONE GLOBALE»
Già lo scorso anno avevamo scritto di quanto il climate change stesse martellando il turismo e ridefinendo la geografia dei viaggi. C’erano stati i turisti in fuga dagli incendi e dalle alluvioni sulle isole greche, gli hotel evacuati, i campeggi spazzati via dalla furia degli uragani durante un’estate di caldo infernale. Tanto da far parlare il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres di «ebollizione globale», sulla scorta delle analisi di un pool di scienziati: un’ondata di calore anomalo, che in teoria si verifica ogni 100 anni, ma d’ora in poi potrebbe capitare ogni due.
Beh, l’anno di pausa non c’è stato. Tanto che la C di caldo si è conquistata un posto nel nostro alfabeto del turismo 2024, pubblicato online ad agosto. Dai viaggiatori ricoverati d’urgenza a Roma negli ospedali del centro all’invito dell’americana Cnn di “restare a casa” e limitare i viaggi all’estero, fino al caso mediatico siccità in Sicilia. Dalla parte dei rimedi, è arrivata la cosiddetta “coolcation”, ricerca di vacanze al fresco: in quota o in destinazioni con temperature più basse.
Dal 1940 a oggi – rileva sempre Copernicus – agosto 2024 è stato il mese più caldo a livello globale e il secondo più caldo in Europa. L’estate boreale di quest’anno (giugno-luglio-agosto) ha registrato i record di temperatura più alti sia globalmente che in Europa, dove pochi luoghi sono sfuggiti al clima estremo. Le ondate di calore hanno colpito Grecia, Turchia, Cipro già a giugno. Poi è arrivata l’afa in Italia e infine i picchi in Francia, che non hanno risparmiato nemmeno agli atleti olimpici.
Samantha Burgess, vicedirettrice di Copernicus, ha spiegato: «Gli eventi estremi legati alla temperatura osservati quest’estate diventeranno più intensi, con conseguenze più devastanti per le persone e il pianeta, a meno che non adottiamo misure urgenti per ridurre le emissioni».
Se a livello macro è necessario proseguire il cammino a lungo termine per preservare l’ambiente, non siamo in grado di impedire l’arrivo del caldo torrido nel breve periodo.
LA STRADA DELLA SOSTENIBILITÀ
Torniamo per un momento all’estate 2023. Gli esperti meteo l’avevano definita la più calda mai registrata, con temperature che avevano raggiunto punte estreme e ondate di calore durature tra i 35 e i 40°C nelle città di tutto il Mediterraneo, da Lisbona (Portogallo) a Budva (Montenegro). E già venivano considerate un assaggio di quello che ci riserverà il clima futuro nel Mediterraneo, in cui gli estremi diventeranno più pronunciati e le ondate di calore continueranno a moltiplicarsi. Per rispondere a domande come “in queste condizioni, chi oserà visitare le città del Mediterraneo durante i mesi di luglio e agosto?” o “chi passeggerà ancora per Marsiglia o Bologna in piena estate?” è nato Cool Noons, progetto europeo di cooperazione innovativo nell’ambito del programma Interreg Euro-Med (turismo sostenibile).
POOL DI CITTÀ-PILOTA
Cinque città pilota – Budva, Dubrovnik, Lisbona, Imola e Marsiglia – e un obiettivo: rinnovare l’offerta turistica nelle città del Mediterraneo per adattarle ai cambiamenti climatici. In particolare, aumentare il comfort dei visitatori durante le ore più calde della giornata.
Attraverso soluzioni tecnologiche e basate sulla natura, coprogettate con popolazione residente e soggetti interessati, Cool Noons mira a migliorare la qualità della vita delle città del Mediterraneo colpite dalle ondate di calore.
Il progetto si avvale di una rete di nove partner provenienti da sei Paesi – Avitem, Agence des Villes et terriroires mediterraneéns e Città di Marsiglia (Francia); Città metropolitana di Bologna e Azienda Turistica Imola Faenza (Italia); Università di Coimbra e Camera Municipale di Lisbona (Portogallo); Comune di Budva (Montenegro); Agenzia di sviluppo Dura Dubrovnik (Croazia); Collegio americano di Grecia (Grecia). Inoltre, ha partner associati per la collaborazione transnazionale: MedCités (Spagna); Nuovo Imolese (Italia); Ente per il turismo di Lisbona (Portogallo); Ente locale per il turismo di Budva e Comune di Budva (Montenegro); Città di Dubrovnik (Croazia); Municipalità metropolitana di Izmir (Turchia); Bsc, Poslovno podporni center doo (Slovenia); Ufficio del Turismo di Marsiglia (Francia).
I partner rappresentano insieme l’area del Mediterraneo, testando soluzioni nelle aree urbane che hanno registrato temperature allarmanti, con l’obiettivo di creare un ambiente migliore per turisti e residenti, garantendo la sostenibilità di un’attività economica fondamentale come il turismo.
Gli Uffici del Turismo svolgono un ruolo chiave nel coinvolgere i visitatori nelle sessioni di co-progettazione e nel promuovere soluzioni e “cool noons pathways” sviluppati nella prima fase del progetto.
Tutti i partner contribuiscono a diffondere i risultati nelle reti professionali a cui appartengono e a trasferire informazioni ad altre città del Mediterraneo.
MARSIGLIA: FONTANE E PUNTI D’OMBRA
Proprio nell’ambito del progetto “Cool Noons”, già quest’estate nella città di Marsiglia sono stati realizzati due percorsi, di 5 km e 6,5 km, tra il Mucem e il Palais Longchamp, e tra il Porto Vecchio e la Marina Olimpica. L’obiettivo è offrire punti d’ombra, fontanelle di acqua potabile e una rete di 30 commercianti “Gourde friendly” lungo tutto il percorso, che si offrono volontari per riempire gratuitamente le bottiglie d’acqua degli escursionisti ed evitare l’uso intempestivo delle bottiglie d’acqua di plastica.
Il Comune e l’Ufficio del Turismo vogliono approfondire il sistema per l’estate 2025. Sono già stati organizzati tre laboratori partecipativi per i cittadini per sensibilizzare sulle problematiche legate al caldo in città e ideare soluzioni innovative per la prossima summer.
SETTEMBRE IS THE NEW AGOSTO?
L’estate sta finendo? Il ritornello sembra non riguardare settembre. Questa volta però il caldo – mediamente sopportabile – e le tariffe più basse danno una bella spinta al turismo in Italia.
Assoturismo tra gli altri prevede un buon trend, con l’arrivo di 15 milioni di turisti nelle strutture ricettive del nostro Paese, per un totale di 50,2 milioni di pernottamenti (+0,6% rispetto al 2023), rispetto a un’estate un po’ sotto le attese: secondo le stime, i pernottamenti tra giugno e agosto hanno segnato una flessione di 1,4 milioni di presenze rispetto allo scorso anno. Località balneari in calo del 4,1%.
Ma nella prima settimana di settembre – stando ai dati Making Science – le spiagge italiane hanno registrato un +21% di prenotazioni rispetto allo stesso periodo del 2023; +13% i sette giorni successivi. La destagionalizzazione è davvero cominciata. Sembra scontato, ma resta un ottimo rimedio anche all’afa.
Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali
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