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Club del Sole reinventa l’open air. Obiettivo 100 milioni di fatturato

Club del sole

Non chiamateli (più) campeggi, ma neanche semplici villaggi o glamping che tanto sono di moda oggi. Club del Sole vuole scardinare le definizioni tradizionali e porsi come scelta oltre quelle classiche, e a spiegarlo è il direttore generale Angelo Cartelli che, alla terza stagione in azienda, porta la sua expertise dal mondo resort e villagistica, e spiega la direzione intrapresa e che si intende affinare.

«Le definizioni classiche del settore non ci rappresentano, non siamo più il classico campeggio, di cui tuttavia manteniamo elementi positivi come flessibilità e libertà, ma siamo anche più di un villaggio inteso nel senso tradizionale del termine. Così come non intendiamo identificarci esclusivamente con un concept che oggi va molto di moda, il glamping, pur avendo all’interno delle nostre strutture delle aree dedicate a questa formula. Puntiamo ad affermare il nostro offrire un villaggio potenziato e molto più differenziato di quanto il mercato in realtà sappia».

Per questo, l’anno scorso, è partito il rebranding al quale oggi si aggiungono ulteriori tasselli, riassunti nel claim Full Life Holidays: «Puntiamo a rappresentare nelle nostre strutture la vita come dovrebbe essere sempre, piena, ricca di contenuti, per il turista contemporaneo che vive onlife ma che desidera anche tornare a contatto con la natura e con le persone. Intendiamo dunque promuoverci come prodotto che permette di unire questi due elementi, natura e comfort», aggiunge Cartelli.

Gli investimenti milionari hanno interessato anche il potenziamento di aree sportive, con bike e padel in testa, i nuovi lodge, i servizi per essere riconosciuti appieno come strutture family dog friendly, il programma di intrattenimento, gli accordi come quello con Freedome per la vendita di esperienze sul territorio.

E prima dell’estate verrà rilasciata la nuova piattaforma web, che si aggiunge all’app Club del Sole, con l’obiettivo di raggiungere e intrattenere contatti con i clienti 12 mesi all’anno. Il mercato è partito bene e nonostante la flessione di aprile dovuta anche al fattore meteo le attese sono positive e l’azienda punta a superare i 3 milioni di presenze dell’anno scorso.

Il Covid è stato in qualche modo un punto di svolta, come spiega Francesco Giondi, amministratore: «Siamo riusciti a trasformarlo in grande opportunità di crescita, grazie alla transizione digitale, che ci ha portato strumenti che ci permettono di essere competitivi sul mercato. Al tempo stesso abbiamo avviato la transizione da campeggi a villaggi, con un grande investimento nel riposizionare il brand. Il fatturato è cresciuto del 51% nel 2022 rispetto al 2019, con oltre 3 milioni di presenze. Buona la performance degli stranieri – che prima del Covid rappresentavano il 60% e oggi sono al 40, perché quello che si sta notando in casa Club del Sole è il ritorno degli italiani. «Crediamo molto nel mercato nostrano, che ci sta riscoprendo, sganciandosi dal luogo comune che vuole l’open air come un prodotto low cost».

L’obiettivo è superare i 100 milioni di fatturato «e oggi pensiamo di esserci molto vicini, grazie anche a forti investimenti messi in campo, parliamo di circa 30 milioni di euro all’anno, che negli ultimi 12 mesi sono diventati 35, per attuare il riposizionamento dei campeggi in veri e propri villaggi full service e dotarli di tutti i servizi di qualità – dice l’amministratore –  Tra i progetti in essere più importanti ci sono i due di Rimini e Riccione, strutture avanguardia anche per l’ecosostenibilità. Guardiamo anche alla crescita anche per linee esterne, sono in corso alcune due diligence per ampliare il nostro parco strutture puntando anche alla montagna, dove stiamo pensando a tre strutture in Alto Adige».

Punta dunque a crescere l’azienda di famiglia nata cinquant’anni fa, «oggi contiamo 20 strutture, con oltre 1.500 collaboratori. Club del Sole è un’avventura che prosegue insieme a uno staff di giovani», conclude il presidente Riccardo Giondi.

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