L’agosto italiano segna -8 milioni di stranieri rispetto allo scorso anno. Pernottamenti mancati che si traducono in un pesante calo a livello economico ed occupazionale sul settore turistico nazionale.
Sono i numeri di Coldiretti, legati all’impatto della chiusura delle frontiere e sui vincoli posti al turismo dall’estero resi necessari per affrontare l’emergenza coronavirus. Un peso ancor più grande perché “i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti e la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa”, sottolinea Coldiretti.
Le più colpite sono le città d’arte, mete storiche del turismo internazionale con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti; ma le difficoltà riguardano anche gli agriturismi dove gli stranieri in alcune regioni erano oltre la metà degli ospiti.
L’associazione si concentra poi sul settore che rappresenta, sottolineando l’impatto di questa situazione sulle attività di ristorazione e sugli acquisti diretti di prodotti agroalimentari come souvenir. “Le conseguenze si faranno sentire anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni agroalimentari nazionali con i turisti che al ritorno in patria cercano sugli scaffali i prodotti gustati durante il viaggio”, aggiunge infatti.
Le presenze turistiche italiane non sono riuscite a compensare la perdita, nonostante ad agosto ci siano stati 21,1 milioni di connazionali che hanno fatto le vacanze. L’ottavo mese dell’anno è stato comunque quello che ha fatto segnare il calo minore (-11%) delle presenze dopo i crolli di giugno (-54%) e luglio (-23%).
Nel paragone con il 2019, emerge quindi che anche 2,7 milioni di italiani hanno rinunciato a prendere le ferie ad agosto per le incertezze, le preoccupazioni e le difficoltà economiche.
L’emergenza Covid, inoltre, “fa crollare del 30% la spesa turistica per la tavola nel 2020 a causa dell’assenza dei vacanzieri stranieri e della ridotta disponibilità economica di quelli italiani colpiti dalla crisi con drammatici effetti sulla ristorazione e sull’intera filiera agroalimentare – spiega Coldiretti – Il budget dei vacanzieri per il consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada, specialità enogastronomiche e souvenir inverte la tendenza e scende nel 2020 sotto i 20 miliardi di euro dopo una crescita costante nel corso dell’ultimo decennio”.