by Maurizio Pimpinella | 24 Maggio 2023 7:00
VOICE OF LEADER di Maurizio Pimpinella – L’Italia è una delle mete preferite del turismo internazionale. Da quando la nostra penisola fu riscoperta grazie al Gran Tour, infatti, le nostre principali città d’arte, da Roma a Napoli, da Firenze a Venezia sono state la meta preferita dei viaggiatori. Oggi come allora, però, il turista, che pure si cimenta in un lungo su e giù per lo “Stivale”, bypassa molte tra le piccole e le grandi attrazioni che potrebbe incontrare nel suo itinerario.
Gli strumenti e le tecnologie digitali a nostra disposizione possono contribuire non solo a rendere più fruibili le mete già conosciute ma anche a favorire sia la destagionalizzazione del turismo sia la scoperta delle tante perle nascoste nel nostro territorio, incentivando così il “turismo di prossimità”. In questa direzione, ad esempio, si muovono gli interventi previsti dal Piano strategico del turismo 2023-2027 recentemente approvato dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato. D’altra parte, l’avvento massiccio del digitale anche nell’industria del turismo ha spostato l’attenzione dei viaggiatori verso la qualità dell’esperienza, un dato confermato anche dal recentissimo Report Travel Industry Trends 2023 realizzato da Mastercard[1] nel quale si evidenzia una crescita tra il 90 e il 100% dell’investimento dei turisti nelle esperienze proposte dalle principali città.
Incentivare questo tipo di turismo richiede il supporto degli strumenti digitali in almeno tre direzioni principali: promozione, servizi e infrastrutture.
Iniziando quindi dalla promozione, l’obiettivo deve essere quello di dare visibilità alle destinazioni minori e di trasformare il turista in “cittadino temporaneo” dei territori che visita, anche con l’aiuto del digitale. Ciò sarebbe possibile attraverso la realizzazione di un sistema digitale che raccoglie, elabora e arricchisce i dati dei viaggiatori così da restituire loro e agli stessi territori informazioni accurare che consentono di cucire l’esperienza di viaggio su misura in base alle preferenze. Ciò, permetterebbe ad esempio, di dare risalto anche alle piccole attrazioni, eventi, sagre o musei dislocati sul territorio che soddisfano i gusti del viaggiatore. Realizzare un tale sistema, come è in discussione con in fondi del Pnrr, non è però affatto banale e necessita dell’effettivo contributo di vari soggetti pubblici e privati.
Eppure, la creazione di un aggregatore di informazioni (cui partecipano tutti i soggetti coinvolti nella filiera turistica), capace di elaborarle semanticamente in tempo reale sarebbe fondamentale per la promozione turistica e garantirebbe il supporto al viaggiatore e alle destinazioni durante tutta l’esperienza di viaggio: dalla prenotazione alla fidelizzazione per i viaggi seguenti. Tale hub dovrebbe, infine, deve necessariamente l’assoluta privacy e la tutela dei dati degli utenti finali.
Passando, invece, ai servizi ritengo che due prodotti digitali su tutti potrebbero favorire sensibilmente la promozione del turismo di prossimità: la prima è quella che potremmo definire come una carta del turista mentre il secondo è l’integrazione in un unico biglietto degli acquisti effettuati.
Il primo sarebbe uno strumento di promozione e fruizione turistica teso a valorizzare sensibilmente l’esperienza di viaggio grazie alla creazione di un network all’interno del quale i viaggiatori possono condividere le esperienze stesse. Questa, che potrebbe essere una carta di pagamento a tutti gli effetti, dovrebbe essere personalizzata per le singole località e garantire sconti e benefit al possessore in varie aree: dalle prenotazioni ai trasporti, dalla ristorazione allo shopping, dai servizi finanziari e digitali ai musei.
Un tale sistema rappresenterebbe un servizio a valore aggiunto in virtù del quale il turista arrivando nel nostro Paese entra a far parte a tutti gli effetti di una comunità in movimento, che dall’arte al cibo condivide per un periodo le stesse esperienze, integrandosi quindi con i servizi dell’hub sopra descritto e contribuendo quindi a rendere il turista un “cittadino” per tutto il tempo che trascorre in Italia. Nell’era poi della digitalizzazione dei documenti, dematerializzare in un unico “biglietto”, magari garantito tramite la tecnologia blockchain, tutti gli acquisti per trasporti e attrazioni è un rilevante contributo alla semplificazione della vita del viaggiatore, spesso costretto a dover gestire decine di prenotazioni cartacee.
In aggiunta a questo, sempre per quanto riguarda il viaggiatore, gli viene garantito un accesso preferenziale a vari servizi, integrandosi anche in questo caso con quelli già descritti e andando così a comporre un vero e proprio ecosistema digitale. Lato territori, invece, accedere a questo sistema consentirebbe di far conoscere in un unico pacchetto tutte le bellezze offerte dal proprio territorio conducendo i viaggiatori su sentieri meno battuti ma altrettanto affascinanti, con un evidente ritorno in termini di comunicazione e di crescita economica.
Tutto questo, però, non sarebbe possibile senza la crescita del terzo settore in cui il digitale può e deve incidere per favorire il turismo di prossimità: le infrastrutture. Reti internet veloci, servizi digitali e competenze sono ancora più determinanti soprattutto nelle più remote della nostra penisola. Accrescere le infrastrutture digitali consente automaticamente di rendere le comunità locali parte integrante delle reti di collegamento principali e così anche come una potenziale meta da far apprezzare il turismo.
Queste sono, ovviamente, idee e proposte che si potrebbero realizzare facilmente e rapidamente per favorire il turismo e la rinascita di interi territori: spetta a istituzioni e imprese darvi seguito.
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