Ripartenza nel turismo, istruzioni d’uso: il post Covid è stato al centro del seminario “Turismo, come ripartire?”organizzato dalla Skål Academy, al quale hanno partecipato da remoto in oltre 70 da tutta Italia. Un incontro promosso per capire gli effetti psicologici e le misure di rilancio da approntare appena terminerà l’incubo della pandemia.
Tito Livio Mongelli, vice presidente di Skål Roma e responsabile della Academy, introducendo i lavori e dirigendo il seminario ha sottolineato come «dobbiamo smetterla di pensare che tutto tornerà come prima, perché noi non saremo più gli stessi, saremo cambiati e saranno cambiate le nostre certezze, le nostre priorità e forse anche il nostro modo di lavorare. In futuro dovremo tenere conto del fatto che tutti ci sentiremo vulnerabili, il mondo sarà più piccolo quando penseremo alla velocità di diffusione delle malattie ma le distanze sembreranno invece grandissime quando decideremo dove andare in vacanza».
Filippo Zagarella, psicologo e psicoterapeuta, ha poi focalizzato il “ciclo vizioso” in cui stiamo cadendo: «Non sapendo come reagire a un pericolo invisibile, siamo in costante stress; lo stress ci deprime e stiamo sempre peggio. Davanti al pericolo proviamo automaticamente sofferenza, paura e rabbia. Non potendo scaricare la nostra rabbia contro un nemico concreto dobbiamo trovare altre valvole di sfogo: negare il pericolo o vedere come nemico qualcosa d’altro o reprimere le nostre emozioni o ancora esasperare le regole per combattere questo nemico invisibile. Viviamo comunque sotto stress perenne e questo compromette le nostre difese immunitarie e ci fa sentire male anche fisicamente. Per non parlare dell’aumento del rischio di ammalarci proprio del male la cui presenza ci stressa».
E allora che fare? Zagarella suggerisce di adottare il modello delle 4C: conoscere, essere consapevoli, addestrarci nei nuovi ruoli e accettare il cambiamento. Creare la nostra “evasione fantastica” per ridurre lo stress: mettere in vacanza la mente e, appena sarà possibile, ci sarà bisogno di vacanze quanto prima.
Altro tema scottante nel post Covid sarà quello della mobilità e Matteo Colleoni, docente di UniBicocca, nel suo intervento ha analizzato le possibili conseguenze della pandemia sulla domanda di mobilità generale e turistica e sui cambiamenti in atto, evidenziando come «il turismo è un complesso settore ecosistemico che comprende più attori – produttori, distributori, consumatori e supporti – quindi una pluralità di attività economiche sono debolmente, parzialmente o fortemente associate al sistema turistico: in Europa in queste attività sono impiegati oltre 10 milioni di lavoratori».
Nel mondo, nelle ultime due decadi, il flusso degli arrivi internazionali è più che raddoppiato e si tratta di un flusso che in grande misura scorre su strada (72% in Europa e 59% in Italia), nonostante il valore importante dei viaggi aerei per il turismo business e le vacanze lunghe. Le conseguenze della pandemia in alcune Regioni europee, ha poi evidenziato Colleoni, e l’elevata dipendenza delle economie locali dal settore turistico le ha rese molto vulnerabili a shock come quelli sanitari, in Italia parliamo di Valle D’Aosta, Trentino e Alto Adige, Liguria, Sardegna, Toscana, Umbria e Marche.
Secondo il World Travel & Tourism Council l’impatto globale della crisi pandemica sul turismo è cinque volte peggiore rispetto a quello avuto con la crisi finanziaria globale del 2008. E la stessa Commissione europea stima un rischio di perdita di 6 milioni di posti di lavoro (con forte incidenza su stagionali, giovani, donne e stranieri, soggetti già lavorativamente deboli).
I flussi della mobilità turistica sono fortemente associati ai flussi pandemici: il turismo è nel contempo causa (in termini di diffusione) e conseguenza (in termini peggiorativi) della diffusione del virus. Secondo diversi risultati di indagine sulle scelte di mobilità turistica, la riduzione del rischio è diventato il primo fattore nella scelta del mezzo di trasporto.
E allora quali sono le possibili politiche e interventi per il governo della crisi pandemica nel sistema turistico? Dal seminario sono emerse alcune linee guida: innanzitutto ottimizzare l’utilizzo delle politiche attualmente in uso (e il loro livello di integrazione); orientare e modificare le preferenze associate ai comportamenti e ai consumi turistici; e ancora incrementare la resilienza del sistema attraverso interventi di diversificazione e aumentare i livelli di controllo sui rischi (interventi strutturali e tecnologici di sorveglianza).
Ad esempio, interventi di integrazione degli strumenti pianificatori finalizzati a programmare le attività del settore in modo coerente rispetto agli obiettivi di mobilità turistica (considerando i cambiamenti modali conseguenti alle restrizioni nel sistema di trasporto). Indispensabile sarà anche la promozione di destinazioni meno affollate (in particolare turismo rurale e naturale anche al fine di promuovere il turismo sostenibile e venire incontro agli obiettivi della sustainable economic growth), con l’adozione della travel bubble: possibilità di muoversi liberamente entro certe aree (con modalità sostenibili e sicure), ma divieto di accesso dall’esterno (es. tra Lituania, Lettonia, e Estonia), con incremento del turismo locale.
E infine ridurre la dipendenza dalla domanda turistica attraverso la politica delle 4S: Sustainable, Smart, Specialization, Strategies.