Come viaggia la Generazione Z? L’identikit di Flixbus
Autentico, intimo e sostenibile: è il viaggio ideale dei giovani italiani, intervistati dalla società di ricerche Squadrati nell’ambito dello studio “Cosa ci spinge a viaggiare” realizzato per FlixBus. La ricerca si è focalizzata sulle categorie dei millennial e della generazione Z, analizzandone l’evoluzione delle priorità in viaggio alla luce dei cambiamenti sociali indotti dalla pandemia e dell’affermazione di nuovi valori.
«Negli ultimi anni le persone si sono avvicinate in modo costante a forme di viaggio sempre più virtuose e responsabili, nonché legate a una dimensione più autentica ed esperienziale – ha dichiarato Andrea Incondi, managing director di FlixBus Italia – Con la nostra rete capillare di mobilità collettiva, possiamo rispondere a questa esigenza rendendo possibili forme di viaggio più sostenibili, sempre più slegate dal mezzo privato e consapevoli delle specificità locali. Da qui, l’impegno a collegare mete penalizzate dalla carenza di collegamenti ferroviari e aeroportuali anche attraverso la creazione di hub di interscambio, con la possibilità di valorizzare itinerari meno noti rispetto a quelli canonici del turismo di massa e di creare un indotto per le economie locali. Non è un caso che il 40% delle fermate Flixbus in Italia si trovi in centri con meno di 20mila abitanti».
IL PESO DELLA COMUNITÀ
Vivere a fondo una comunità, entrare in sintonia con le persone e lasciare che i ritmi del luogo scandiscano il proprio soggiorno, anziché dettare i propri. Secondo l’indagine Squadrati-Flixbus, sempre più viaggiatori manifestano questa volontà nel post Covid: il 33% degli intervistati dichiara di preferire viaggi formativi per scoprire luoghi e città con gli occhi dell’esploratore, non del turista (contro il 26% del pre Covid, per un aumento di 7 punti percentuali in soli tre anni).
Analogamente, è cresciuto il desiderio di vivere un’esperienza di arricchimento, di crescita personale (dal 31% nel pre Covid al 41% di oggi) e vivere un’esperienza unica (dal 32% al 36%).
Da questo confronto emerge la disponibilità sempre maggiore, da parte di chi viaggia, a lasciarsi sorprendere dalle peculiarità del contesto locale, con la rinuncia a proiettarvi indiscriminatamente i propri schemi. Sembra quindi affermarsi sempre di più un nuovo modello di viaggiatore, fondato sull’apertura all’esperienza immersiva di una comunità e, in ultima analisi, sul rispetto per le sue specificità.
IL BENESSERE PERSONALE
Nella pianificazione di un viaggio, il benessere personale resta una condizione necessaria per la maggior parte dei giovani italiani: oggi il 47% di essi afferma di preferire viaggi di relax, per ritrovare il proprio benessere, contro il 36% del pre pandemia. Per il 55% delle persone coinvolte, inoltre, viaggiare significa staccare la spina, allontanarsi dalla routine, contro il 40% dell’era pre Covid (inferiore di ben 15 punti percentuali).
Secondo i dati, oltre alla voglia di autenticità, fra i viaggiatori italiani del post pandemia è cresciuto anche il desiderio di intimità, e cioè di condividere l’esperienza del viaggio soprattutto con gli affetti più stretti.
Nella classifica dei viaggi preferiti, un gradino sotto i viaggi di relax, si piazzano infatti quelli “del cuore, per stare con le persone a cui si vuole bene”, indicati dal 34% degli italiani appartenenti alle categorie dei Millennial e della Generazione Z (contro il 23% del pre Covid). Inoltre, il 39% di essi indica la compagnia delle persone care, gli amici, la famiglia quale motivazione principale del viaggio (nel pre Covid era il 31%).
Nel confronto fra le abitudini di viaggio precedenti e successive all’avvento del Covid si riflette, infine, una rinnovata sensibilità, da parte delle persone, per il tema ambientale: sale di quattro punti percentuali la preferenza accordata ai viaggi naturalistici, per immergersi e osservare la natura, che passano dal 27% del pre Covid al 31% del post Covid. Si consolida inoltre la nicchia dei viaggiatori che partono da volontario, per aiutare gli altri o salvaguardare l’ambiente, che nella fase di ripartenza post-pandemia passano dal 3% al 4%.