Nel decreto fiscale, licenziato nelle ultime ore dalla Commissione Finanze della Camera, è stato inserito il credito di imposta sulle commissioni bancarie. Dal prossimo mese di luglio, tutte le attività con ricavi o compensi entro i 400mila euro annui avranno diritto a un credito di imposta pari al 30% sulle commissioni che pagano su ogni transazione con carta o bancomat e per qualsiasi altro strumento di pagamento elettronico tracciabile.
Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto, dichiara: «Vedevamo con favore l’idea mutuata dall’esperienza positiva nel settore dei carburanti, di prevedere un credito di imposta sulle commissioni delle carte di credito. Nel settore delle imprese di viaggi i costi delle commissioni hanno una maggiore incidenza economica rispetto ad altri settori commerciali. Infatti, l’impatto non deve essere misurato sul valore della transazione ma sull’importo della provvigione maturata dall’agenzia di viaggi che remunera l’attività di intermediazione».
«L’incidenza del costo della commissione passiva per l’utilizzo della carta è mediamente ricompresa tra l’1,20% e il 2% del prezzo della transazione – prosegue Milani – E quindi comporta un onere economico notevolmente superiore che oscilla tra un minimo del 14%-16% fino a raggiungere anche punte del 25% del margine. Purtroppo la nostra proposta specifica per il mondo delle agenzie di viaggi di un credito di imposta del 50% senza soglie di fatturato è stata estesa a tutte le imprese, con una riduzione della percentuale del credito di imposta e introducendo una soglia di fatturato. È stata comunque avanzata la richiesta di un importante potenziamento della dotazione finanziaria a copertura del credito d’imposta».