by Giorgio Maggi | 14 Ottobre 2020 9:46
Secondo le principali organizzazioni del settore aviation – da Aci Europe ad Airlines for Europe, passando per la Iata – i ministri degli Affari europei continuano a non fare abbastanza riguardo ad un approccio coordinato alla restrizione della libera circolazione in risposta alla pandemia Covid-19.
Nonostante la risoluzione approvata[1] dal Consiglio Europeo nelle scorse ore, infatti, la risposta delle istituzioni europee non è ancora all’altezza delle sfide poste dalla pandemia, che richiedono “la ripresa del viaggio attraverso un coordinamento efficace e misure proporzionate, prevedibili e non discriminatorie”.
In particolare, secondo Aci Europe, Airlines for Europe e la Iata, la risoluzione del Consiglio presenta alcune pecche: non propone di sostituire le quarantene con i test, il che significa che i confini rimangono chiusi; lascia la porta aperta agli Stati membri per rifiutare l’ingresso ai cittadini che viaggiano da altri Stati membri e non riesce ad armonizzare le norme applicabili ai viaggi transfrontalieri e nazionali; entra in conflitto con il principio della comunicazione della CE del 13 maggio secondo cui le restrizioni ai viaggi dovrebbero essere eliminate tra aree che presentano situazioni epidemiologiche equivalenti (“sufficientemente simili”); ignora l’opinione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, secondo cui le restrizioni ai viaggi – e in particolare le quarantene – sono di “dubbia efficacia” quando la trasmissione di comunità è in corso, il che è attualmente il caso in gran parte dell’Europa; non crea una finestra di certezza sufficiente per i viaggiatori, poiché gli Stati membri si sono impegnati a pubblicare informazioni sulle nuove misure solo 24 ore prima della loro entrata in vigore, invece dei cinque giorni proposti dalla Commissione.
Le aspettative per una soluzione efficace ora sono affidate alla Commissione europea, che ha incaricato l’Easa (Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea) e l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) di sviluppare un Protocollo di prova – l’iniziativa si chiama Testing Protocol – in grado di costituire un’Unione europea per i viaggi.
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