«Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente, ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente». La Corte di Giustizia Ue boccia il rinnovo automatico delle concessioni balneari, esprimendosi su una vertenza che coinvolge l’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato e il comune di Ginosa, in provincia di Taranto. La sentenza non può non avere riflessi sul braccio di ferro tra Bruxelles e Roma sulla questione: il governo Meloni, infatti, ha prorogato al 2024 le concessioni esistenti con il Milleproroghe.
I giudici di Lussemburgo erano chiamati a pronunciarsi sull’interpretazione della legge italiana, che prevede appunto la proroga automatica delle concessioni, facendo chiarezza sulla validità, il carattere vincolante e l’effetto della direttiva Ue Bolkestein. La vertenza risale al dicembre 2020, quando il comune di Ginosa, applicando la normativa nazionale, decise di prorogare automaticamente le concessioni andando incontro alla contestazione dell’Agcm. La Corte, inoltre, ricorda che i Paesi membri sono chiamati a basarsi su «parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati e che i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le disposizioni europee, disapplicando invece le norme di diritto nazionale non conformi».
Sul caso Italia Ue a due facce. In tarda mattinata la Commissione, tramite un portavoce, faceva sapere che sulle concessioni balneari la premier Giorgia Meloni, nell’incontro con il commissario Thierry Breton della scorsa settimana, «ha assicurato che le autorità nazionali in Italia applicheranno molto rapidamente la legislazione europea e procederanno ad allineare la legislazione nazionale italiana alle norme europee», modificando, quindi, la proroga inserita nel Milleproroghe. Dopo poche ore, però, marcia indietro della stessa Commissione: «L’incontro del 13 aprile tra il Commissario al Mercato interno Thierry Breton e la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni non riguardava il tema delle concessioni balneari e nessuna delle due parti ha preso impegni riguardo ai prossimi passi». L’Ue ha comunque assicurato che svolgerà «un monitoraggio diretto e molto rigoroso della situazione, restando in costante contatto con le autorità italiane a questo proposito».
Immediata intanto la reazione di Fiba Cionfesercenti: «La sentenza della Corte di Giustizia europea – il commento del presidente Maurizio Rustignoli – sottolinea l’importanza fondamentale della verifica della scarsità della risorsa a livello territoriale e nazionale. È un tema che lo Stato membro può e deve gestire, e quindi può valutare anche una diversa applicazione della direttiva sulla concorrenza. In questo senso, la strada intrapresa dal Governo italiano, che vuole procedere concretamente con la mappatura delle coste italiane, è quella giusta».
«Indispensabile – prosegue Rustignoli – aprire il percorso di confronto con le rappresentanze del settore ai tavoli preposti per giungere a un punto di equilibrio, nel rispetto delle regole europee e a tutela del valore delle imprese»