Alla fine è arrivata: la lettera della Commissione Ue contenente il parere motivato dell’esecutivo europeo sul dossier delle concessioni balneari è stata inviata a Roma. Questo invio rappresenta un ulteriore passo nella procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkestein che dura ormai da quasi 19 anni.
Il titolo della missiva “Concessioni balneari in Italia – Violazione della Direttiva e dei Trattati in funzione dell’Ue”, con il parere motivato dell’esecutivo europeo è visibile nella pagina web della Commissione che contiene e aggiorna gli atti relativi alle procedure di infrazioni aperta. La data riportata è quella del 16 novembre. Contrariamente a quanto accade di prassi, tuttavia, la lettera non è stata indicata nel comunicato stampa comunitario che, solitamente ogni giovedì, fornisce gli ultimi aggiornamenti sulle procedura.
Di conseguenza, al momento, la lettura del parere motivato non è disponibile. Uno Stato membro, una volta che riceve il parere motivato della Commissione su un caso specifico, ha due mesi di tempo per rispondere e adeguarsi alle norme Ue.
“Abbiamo inviato un parere motivato sulle concessioni balneari italiane – si legge nella nota della Commissione Ue – e questo dà ora al governo italiano due mesi per fornire risposte e allora decideremo sui prossimi passi. La nostra preferenza è sempre di trovare un accordo con gli Stati membri, piuttosto che andare in giudizio”.
«È un parere motivato e non pregiudica le trattative continue che avremo con le autorità italiane», ha detto una portavoce della Commissione Ue nell’incontro quotidiano con la stampa in merito alla lettera inviata.
«Non abbiamo ritardato il parere motivato. Nell’inviare la lettera abbiamo fatto quanto previsto per far avanzare la procedura di infrazione e, ribadiamo, ciò non pregiudica la trattativa con il Paese membro», ha spiegato la portavoce della Commissione Ue replicando a chi, al briefing con la stampa, gli chiedeva perché Bruxelles abbia atteso diversi mesi per muoversi, nonostante dall’Italia, dopo l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il commissario Ue Thierry Breton, non siano stati fatti passi avanti per l’adeguamento alla Bolkenstein.