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Concessioni balneari, ultimatum Ue: “Due mesi per eliminare la proroga”

spiagge balneari presa da adobe

Due mesi per eliminare la proroga delle concessioni balneari. È l’ultimatum lanciato da Bruxelles all’Italia, in base a quanto trapela da fonti dell’esecutivo Ue, dopo che l’argomento è stato trattato nel colloquio di giovedì 13 aprile a Roma tra il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, e la premier Giorgia Meloni.

In sostanza, Bruxelles pretende risposte concrete in tempi brevi da Palazzo Chigi, altrimenti potrebbe proseguire con la procedura d’infrazione contro l’Italia, con la richiesta di parere motivato cui l’Italia deve rispondere entro due mesi, pena il ricorso alla Corte di Giustizia Ue e, in seconda battuta, una maximulta. La procedura d’infrazione era stata aperta a dicembre 2020, ma il procedimento era stato sospeso in attesa di riforme che però, dopo quasi due anni e mezzo, non sono ancora arrivate.

La Commissione europea, infatti, preme affinché il governo italiano revochi la proroga delle concessioni contenuta nel Milleproroghe e adotti la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione del settore quanto prima. La direttiva risale al 2006 e obbliga gli Stati membri a liberalizzare le spiagge pubbliche aprendole alla concorrenza di mercato, favorendo così l’erogazione di servizi migliori per gli utenti. Di conseguenza, i servizi possono essere affidati a privati solo con gare pubbliche aperte a tutti gli operatori presenti in Europa.

La Commissione guarda anche alla sentenza pregiudiziale della Corte di Lussemburgo, prevista per giovedì 20 aprile, che si pronuncerà sui dei quesiti posti dal Tar di Lecce. Da quanto si apprende, comunque, il giudizio atteso a Bruxelles dovrebbe essere in linea con la posizione della Commissione sull’applicazione della Bolkestein.

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