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Concessioni, no dell’Ue agli emendamenti pro balneari

Balneari da adobe

Balneari

Chiuso anche l’ultimo “ombrellone” che governo e maggioranza avevano cercato di tenere aperto con numerosi emendamenti al Decreto Infrazioni, predisposti a favore degli imprenditori balneari nella riforma delle concessioni, che contemplavano valutazioni degli investimenti e riconoscimento di indennizzi.

Da Bruxelles è giunto un secco rifiuto a rivedere quelle normative sulle concessioni balneari contenute nel decreto, che erano frutto di una «intesa reciproca», pertanto non modificabili. Così la Commissione europea ha espresso il suo esplicito no alle proposte di modifica del testo approvato lo scorso settembre dal Consiglio dei ministri, in fase di votazione in questi giorni alla Camera dei deputati.

Il provvedimento obbliga i Comuni a concludere le gare delle concessioni balneari entro il 2027, senza prevedere il riconoscimento del valore aziendale per i concessionari uscenti. Fin dai primi di ottobre le forze di maggioranza avevano presentato più di 60 emendamenti per andare incontro alle richieste delle associazioni dei balneari, profondamente insoddisfatte del testo. Tuttavia Bruxelles si è opposta, ricordando in modo molto esplicito al governo Meloni che il decreto Infrazioni era frutto di un accordo.

Tra i primi commenti della categoria c’è l’amara riflessione di Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, che in una nota parla di «formale e preconcetta posizione dell’Ue sul tema della nuova riforma, ricordando che interessa la filiera del turismo balneare che  vale, per gli investimenti prodotti negli ultimi 50 anni e per il loro indotto, circa 900 mila occupati nell’ambito della blue economy e un pil del 5% sul totale del pil turistico nazionale».

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