Confcommercio: “Italia nella top ten della spesa turistica”

by Redazione | 11 Ottobre 2024 16:32

Il nostro Paese è nella top ten per spesa turistica generata all’estero ed è tra le destinazioni ad alta competitività per appeal turistico, ma deve fare molto di più nei trasporti e nella sostenibilità ricettiva dove spicca un deficit preoccupante. È la sintesi di un forum “Turismo, Obiettivo 2035” promosso da Confcommercio al Tttg travel Experience di Rimini.

Sangalli Ttg

Siamo dunque tra i primi dieci Paesi generatori di turismo con una spesa di 34,2 miliardi di euro, preceduti da vere e proprie potenze come Cina che primeggia con 196 miliardi di dollari, seguita dagli Usa con 150 miliardi, Germania e Regno Unito che si sono attestati sui 110 miliardi, e via via altri forti competitor come Francia (49 miliardi) e Australia (42 miliardi).

Vale poi la pena evidenziare che proprio Germania e Stati Uniti sono i primi due mercati d’interesse per l’Italia in termini di spesa turistica, con rispettivamente circa 7,9 e 6,5 miliardi di euro di spesa. Il terzo mercato è diventato nel 2023 il Regno Unito, con circa 4,5 miliardi di euro.

Per Confcommercio, poi, si rileva una forte correlazione tra l’aumento del Pil e la spesa turistica, soprattutto per i viaggi all’estero. Tra il 2010 e il 2019, oltre a Cina e India, Paesi come Turchia, Indonesia, Singapore ed Emirati Arabi Uniti hanno registrato una forte crescita del Pil. L’Italia, invece, ha avuto un’ascesa economica tra le più basse, insieme ad altri Paesi europei e al Giappone.

Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, nei prossimi anni i Paesi in via di sviluppo, come l’India (che crescerà del 126% tra il 2023 e il 2030), continueranno a espandersi, mentre Italia, Giappone e Germania avranno una crescita molto ridotta. Questa crescita economica influirà anche sulla spesa turistica.

L’Italia, che attualmente riceve molti turisti da Germania e Stati Uniti, dovrà adattarsi e cercare di attrarre visitatori dai Paesi in più rapida crescita. Entro il 2035, l’India avrà un’economia cresciuta del 256%, mentre altri Paesi come Indonesia, Cina, Turchia e Emirati Arabi vedranno aumenti superiori al 100%. Gli Stati Uniti cresceranno del 40%, mentre Germania e Francia avranno aumenti limitati, appena superiori a Italia e Giappone.

A fronte di questo scenario, lo studio di Confcommercio si focalizza su un elemento di un certo peso: lo sviluppo dei trasporti che condizionerà la crescita della spesa turistica soprattutto se si considera la sfida epocale riguardante  la riduzione delle emissioni inquinanti. I trasporti incidono a livello europeo per il 25% delle emissioni e il trasporto aereo è spesso sul banco degli imputati. Ebbene, bisogna ricordare, però, che la maggior parte delle emissioni del trasporto aereo, che valgono il 13% della quota delle emissioni di tutti i trasporti, derivano dai voli intercontinentali, così importanti per portare i turisti da mercati rilevanti per l’Italia (in primis Stati Uniti).

Dal momento che, dati alla mano, il settore aereo e quello  ferroviario sono in forte crescita, è indispensabile una maggiore collaborazione tra i due ambiti, soprattutto per aumentare l’efficienza a favore della mobilità dei turisti e nel contempo ridurre le emissioni. Tutto questo si chiama intermodalità, al centro dell’attenzione anche dell’agenda politica. Ci sono poi le misure che possono essere prese dal settore aereo per migliorare la sostenibilità attraverso un maggiore utilizzo del Saf (il carburante sostenibile) – che tuttavia ha un rilevante impatto sui costi delle compagnie aeree e quindi sui biglietti – rinnovo della flotta dei vettori e infine aeroporti ad impatto zero.

A questo si devono aggiungere altri due temi che determineranno il futuro del turismo: l’emergenza climatica[1] e la sostenibilità. Per il primo tema Confcommercio pone in evidenza la  classifica Global Climate Risk Index dei diversi Paesi pubblicata da Germanwatch nel 2024 dove si evidenzia che tanto i Paesi asiatici a forte vocazione turistica, come la Thailandia[2], quanto i Paesi generatori, come l’India o la Germania, vanno incontro a rischi elevati dal punto di vista climatico.

Anche in Italia sta cambiando il clima e stanno cambiando anche i turisti e i servizi che l’impresa turistica dev’essere in grado di fornire per rimanere competitiva. In questi anni molti strumenti sono già stati messi in campo e sono in atto trasversalmente, tra le nostre aziende e le nostre comunità, per cercare di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. È necessario tuttavia mettere a sistema, nelle destinazioni turistiche, strategie di adattamento in grado di rendere vivibile al meglio l’esperienza di vacanza anche in condizioni climatiche sempre più esasperate.

Sul fronte della sostenibilità è stata una recente indagine proprio di Confcommercio-Swg[3] ad evidenziare come l’ambiente risulti fattore importante per 7 italiani su 10. Addirittura il 35% dei turisti sarebbe disposto a pagare un costo maggiore pur di usufruire di servizi turistici che adottano comportamenti di sostenibilità ambientale per hotel, ristoranti e stabilimenti balneari. Secondo uno studio di Deloitte il 64% degli italiani attualmente sta prendendo sempre più in considerazione l’opportunità di viaggiare in maniera sostenibile, quota che sale fino al 74% tra i più giovani tra i 18 e i 34 anni.

Turismo che, oltre a confermarsi una carta vincente, per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, intervenuto al forum, rappresenta «un piccolo miracolo economico, perché nonostante il trauma del Covid,  in soli tre anni è tornato a macinare utili nella bilancia turistica; lo scorso anno ha fatto registrare un saldo netto di 26 miliardi di euro e quest’anno viaggia con un incremento del +2% rispetto al 2023. Ma sta cambiando il travel globale, nel senso che stanno cambiando i turisti e  di conseguenza devono cambiare i servizi erogati se si vuole rimanere competitivi».

Tutto questo in presenza di «un’emergenza climatica[4] che nessuno può permettersi di ignorare. Così il turismo – ha osservato Sangalli – si sta riadattando su tre nuovi assi sintetizzabili con tre S: Sicurezza, Sostenibilità e Scelta. Sicurezza, perché i viaggiatori cercano soluzioni che li fa stare tranquilli e le imprese turistiche diventano “gestori del rischio“. Sulla sostenibilità sia le piccole che le grandi imprese sono chiamate a uno sforzo di sensibilità: senza tutela e conservazione del paesaggio, dei beni naturali e culturali, si rischia di attrarre un turismo sempre più dequalificato. Infine le scelte imprenditoriali, declinate verso l’attenzione all’ambiente, sono un criterio di opzione della destinazione turistica. I viaggiatori e i turisti hanno infatti tutto l’interesse a sentirsi considerati co-protagonisti, insieme all’impresa, del contrasto all’emergenza climatica e alla tutela del territorio nelle destinazioni in cui scelgono di soggiornare».

Endnotes:
  1. emergenza climatica: https://www.lagenziadiviaggimag.it/climate-change-nel-travel-nasce-il-pool-anti-caldo/
  2. Thailandia: https://www.lagenziadiviaggimag.it/thailandia-inno-alla-gioia-il-reportage/
  3. Confcommercio-Swg: https://www.lagenziadiviaggimag.it/climate-change-nel-2040-il-turista-sciatore-si-estinguera/
  4. un’emergenza climatica: https://www.lagenziadiviaggimag.it/clima-il-change-non-risparmia-il-turismo/

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